Fatti
Assolto dall’accusa di violenza sessuale: “La vittima potrebbe avergli dato delle speranze facendosi accompagnare in bagno”
neXtQuotidiano 07/07/2022
La Corte d’Appello di Torino ha assolto un 25enne condannato in primo grado per violenza sessuale: i fatti risalgono a maggio 2019, sul caso si esprimerà la Cassazione
Un25enne di Torino si è visto ribaltare in appello la condanna inflittagli in primo grado lo scorso anno per violenza sessuale: nel maggio del 2019 aveva incontrato una ragazza nel centro del capoluogo piemontese e aveva consumato con lei un rapporto sessuale nel bagno di un locale in un cortile di via Garibaldi. Secondo i giudici (presidente Piera Caprioglio, consiglieri Giacomo Marson e Marco Lombardo) “non si può affatto escludere che all’imputato la giovane abbia dato delle speranze, facendosi accompagnare in bagno, facendosi sporgere i fazzoletti, tenendo la porta socchiusa, aperture lette certamente dall’imputato come un invito ad osare”. Questo è quello che si legge nelle motivazioni della sentenza di assoluzione. In primo grado il giovane era stato condannato a due anni e due mesi con rito abbreviato: era stata anche ritenuta attendibile la versione della ragazza che era stata medicata in ospedale dopo i fatti: aveva avuto un attacco di panico e aveva vomitato. Secondo quanto scritto dalla pm nel capo di imputazione, il 25enne avrebbe commesso la violenza “girandola di spalle con forza e mettendole una mano sopra la bocca”.
Assolto dall’accusa di violenza sessuale: “La vittima potrebbe avergli dato delle speranze facendosi accompagnare in bagno”
Stando alle motivazioni dei giudici della Corte d’Appello, invece, la ragazza “alterata per un uso smodato di alcol (…) provocò l’avvicinamento del giovane che la stava attendendo dietro la porta”. Situazione che fece “insorgere nell’uomo l’idea che questa fosse l’occasione propizia che la giovane gli stesse offrendo. Occasione che non si fece sfuggire”. “L’unico dato indicativo del presunto abuso – si legge ancora – potrebbe essere considerato la cerniera dei rotta, ma l’uomo non ha negato di aver aperto i pantaloni della giovane, ragione per cui nulla può escludere che sull’esaltazione del momento, la cerniera, di modesta qualità, si sia deteriorata sotto forzatura”. La sostituta procuratrice generale Nicoletta Quaglino ha annunciato che porterà il caso in Cassazione: “Illogica appare la sentenza quando esclude la sussistenza del dissenso, sia perché tale dissenso risulta manifestato con parole e gesti, sia perché nessun comportamento precedente può aver indotto l’agente in errore sulla eventuale sussistenza di un presunto consenso”.