Opinioni
Tomas Milian è morto
Maria Teresa Mura 23/03/2017
L’attore Tomas Milian, nome d’arte di Tomás Quintín Rodríguez Milián, è morto ieri a Miami, ma la notizia si è diffusa solo oggi. L’attore era nato a Cuba, a L’Avana, il 3 marzo 1933 e aveva da poco compiuto 84 anni. Viveva da molti anni negli Usa ma il suo lavoro era conosciuto soprattutto in […]
L’attore Tomas Milian, nome d’arte di Tomás Quintín Rodríguez Milián, è morto ieri a Miami, ma la notizia si è diffusa solo oggi. L’attore era nato a Cuba, a L’Avana, il 3 marzo 1933 e aveva da poco compiuto 84 anni. Viveva da molti anni negli Usa ma il suo lavoro era conosciuto soprattutto in Italia. Nonostante avesse lavorato in film drammatici con grandi autori come Lattuada, Visconti, Maselli e Bertolucci, era conosciuto soprattutto per la sua partecipazione in western e film polizieschi, tra gli anni ’70 e ’80.
La sua fama era legata soprattutto a due personaggi interpretati in più pellicole: Nico Giraldi, un maresciallo (dal 1981 ispettore) di polizia, romano dai modi poco garbati, ma efficaci, che conosce bene gli ambienti malavitosi avendone fatto parte in gioventù col soprannome de “er Pirata”. E Sergio Marazzi, alias er Monnezza, un ladruncolo romano. In questi film la voce di Er Monnezza era quella di Ferruccio Amendola. Tomas Milian è stato trovato ieri nella sua abitazione di Miami, alle 23 ora locale. La morte è avvenuta per ictus. Viveva da molti anni negli Stati Uniti. Con l’agenzia di stampa ANSA ha parlato la sua amica Monica Cattaneo: «La settimana scorsa, l’ultima volta che ci siamo sentiti, mi chiedeva di riportarlo a Roma perché aveva deciso che voleva vivere a Roma gli ultimi anni della sua vita e morire nella città che aveva visitato l’ultima volta quando era stato premiato alla Festa del cinema di Roma».
Tomas Milian è morto
Non si hanno ancora notizie dei funerali ma l’attore aveva espresso la volontà di essere cremato. La moglie era morta nel 2012, lascia il figlio Tommaso che vive a New York. Il padre era Emiliano Rodríguez, generale che rivestiva un ruolo importante nel governo del dittatore Gerardo Machado. Quando nel 1952 Machado fu destituito dal colpo di Stato di Fulgencio Batista, il padre di Milian venne incarcerato per alcuni mesi e poi si suicidò davanti al figlio. Lui allora partì per New York, dove frequentò l’Actor’s Studio, fondato da Elia Kazan e diretto da Lee Strasberg. La serie televisiva intitolata Decoy (1957-58) diventò il suo trampolino di lancio.
Nel 1959, grazie al regista Jean Cocteau, partecipò al Festival dei Due Mondi di Spoleto, dove entrò in contatto con personaggi importanti del cinema italiano come Franco Zeffirelli, che lo volle con sé per il lavoro teatrale Il poeta e la Musa . Lavorò con il regista Mauro Bolognini in diversi film come La notte brava (1959) e Il Bell’Antonio (1960). Nel 1962 lavorò per Luchino Visconti in Boccaccio ’70, dove Milian diede vita all’arido e meschino conte Ottavio, marito infedele della bellissima Pupe (Romy Schneider). Riesce a fare cinema d’arte anche in America con Il tormento e l’estasi (1965), dove interpretò Raffaello accanto a Charlton Heston nella parte di Michelangelo. Dalla seconda metà degli anni ’60 Milian abbandonò i ruoli intellettuali e venne utilizzato, proprio a causa della sua faccia, per il genere allora appena nato degli spaghetti-western. L’archetipo del peon rivoluzionario Cuchillo nacque con film come La resa dei conti (1966) e Corri, uomo corri (1968).
Nella seconda metà degli anni ’70 si lancia nel genere cosiddetto poliziottesco, dando il volto e le movenze al commissario Nico Giraldi, che gli vale il premio Rodolfo Valentino come attore più creativo e nel 1980 il premio Antonio De Curtis per la commedia. Milian, tuttavia, in questo periodo recita anche in film di alto livello: apprezzata dalla critica è la sua interpretazione in La luna (1979) di Bernardo Bertolucci e e quella, come protagonista, in Identificazione di una donna (1982) di Michelangelo Antonioni. Nella seconda metà degli anni ’80 torna a New York, dove partecipa a film famosi, di solito nella parte del cattivo, come in Oltre ogni rischio (1989) di Abel Ferrara ed in Revenge (1990) di Tony Scott. Decide di continuare in America la sua carriera, specializzandosi come caratterista: partecipa, così, a grandi produzioni come Amistad (1997) di Stephen Spielberg, accanto ad attori come Anthony Hopkins e Morgan Freeman, e Traffic (2000) di Steven Soderbergh, dove tratteggia perfettamente il personaggio dello spietato generale Salazar. Tornato a vivere a Miami, nonostante l’età avanzata, nel The Lost City (2005) spalleggia con eleganza Andy Garcia e Dustin Hoffman.