Chissà perché l’AgCom ha diffidato il Tg2 per la par condicio!

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-05-21

Non si capisce come mai l’Agcom se la prenda con il tg di Sangiuliano, così equilibrato e british. Come quella volta che dichiarò guerra alla Francia

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Una diffida al Tg2 per violazione delle norme della par condicio in vista delle Europee, in particolare “in taluni contenuti inseriti nel notiziario andato in onda nel notiziario di prima serata di venerdì 17 maggio”: lo ha deciso il Consiglio dell’Agcom, sottolineando che i servizi in questione, “in ragione della natura incompleta, parziale e non obiettiva delle informazioni riportate” rischiano di “determinare, anche indirettamente, situazioni di vantaggio o di svantaggio, per determinate forze politiche”.

L’AgCom diffida il Tg2

“Nella riunione del 20 maggio – spiega una nota dell’Autorità – il Consiglio dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, alla luce delle contestazioni avviate giovedì 16 alla testata TG2 relative ai notiziari dei giorni precedenti, ha continuato la propria valutazione nell’ambito del monitoraggio d’ufficio sulla normativa in materia di pluralismo e di par condicio in campagna elettorale. In particolare l’Autorità ha rinvenuto in taluni contenuti inseriti nel notiziario andato in onda in prima serata nella giornata di venerdì 17 – peraltro riproposti nella puntata di Tg2Post dello stesso giorno – manifeste violazioni dell’art. 4, comma 2, delle disposizioni approvate dalla Commissione parlamentare per l’indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi, nonché dell’art. 7, comma 2, della Delibera 94/19/CONS”.

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La foto di Gennaro Sangiuliano con Almirante (facebook)

” In particolare, i servizi in questione – si spiega – in ragione della natura incompleta, parziale e non obiettiva delle informazioni riportate – anche per l’omissione di parti significative di dichiarazioni di terzi e la conseguente distorsione del messaggio generale – rischiano di ‘determinare, anche indirettamente, situazioni di vantaggio o di svantaggio, per determinate forze politiche’ che la normativa citata vieta espressamente all’interno dei notiziari”. “Nel provvedimento di diffida, l’Autorità ha peraltro rilevato come la ripetizione dei medesimi contenuti incompleti, parziali e non obiettivi, riferiti a dichiarazioni di terzi, anche nella trasmissione TG2 Post e le controdeduzioni di Rai alle contestazioni, che si spingono a qualificare come ‘ingerenza’ l’intervento istituzionale dell’Autorità, confermino la natura non occasionale ma reiterata delle violazioni”.

Chissà perché l’AGCOM ha diffidato il Tg2!

Ma sinceramente non si capisce perché l’AGCOM abbia voluto prendersela con un tg così equilibrato, che spesso ha dato dimostrazione di terzietà. Come quella volta che dichiarò guerra alla Francia in un servizione firmato da Milena Pagliaro che comincia con un’esclamazione chiara e tonda: “Ah! Les Italiens!“, “melliflua quanto irritante perché suona come immotivata superiorità”. E via andare poi con Macron in difficoltà nei sondaggi che se la prende con l’Italia buona e cara sì, ma ogni limite ha la sua pazienza, diceva quello.

La giornalista Pagliaro, con l’equilibrio tipico di chi ha studiato alla grande scuola della BBC, fa sapere che “senza rivendicare Nizza o Savoia, la Gioconda oppure le spoglie di Napoleone, l’Italia chiede rispetto”, e per ricordargli chi comanda ecco la testata di Zidane, i calci di rigore, l’apoteosi, la vittoria, il trionfo.

Il Tg2, esempio di equilibrio british

O come quella volta chiare e tonde a Fazio che non sapeva mettere alle corde Macron e sbattergli in faccia tutte le ingiustizie dell’Hexagone perché “non incalza”, “propone temi” più che fare domande e Macron risponde “come vuole”. “E a noi tornano in mente quelle interviste vere ai capi di Stato, come Oriana Fallaci che intervista Khomeini e Gianni Minà che tiene per sei ore di fila sotto torchio Fidel Castro”.

Ma da che pulpito viene la predica? Per avere elementi necessari a una serena valutazione bisogna ascoltare questa intervista di Gennaro Sangiuliano a Giuseppe Conte che risale al 9 dicembre 2018. Qui potete immaginare come Sangiuliano, vecchia volpe del giornalismo, abbia messo alle corde il presidente del Consiglio fin già dalla prima domanda: “Presidente, ieri giovane vite sono state spezzate in una vicenda drammatica, lei come padre ha avvertito l’esigenza di recarsi ad Ancona”. Poi Sangiuliano ha deciso di andare all’attacco: “Senta, nei prossimi giorni tornerà ad incontrare Juncker. A che punto siamo con la manovra?”. Senza alcuna pietà Sangiuliano ha poi ribadito il punto allo sfuggente premier: “Lei tiene moltissimo agli investimenti, in che misura si concretizzeranno e dove?”.

A quel punto non rimaneva che piazzare l’affondo, e Sangiuliano lo ha fatto: “Le vicende di Parigi ci dimostrano le difficoltà di Macron mentre la Merkel ha dovuto lasciare la guida del suo partito. Dove va l’Europa?”. Senza risparmiare alcun tipo di domanda politically scorrect all’interlocutore, come fanno quelli bravi, mica Fazio: “Dopo Palermo, a che punto siete sulla Libia?”. Per poi piazzare l’affondo finale “A volte si ha l’impressione che lei profonda moltissime energie nel mediare tra le due forze politiche che compongono la maggioranza. Ce la farà per cinque anni?”. Insomma Sangiuliano sì che sa come si mette alle corde l’intervistato, mica come Fazio. E non avete ancora letto l’ultima domanda, quella che Casalino ha voluto assolutamente far tagliare perché troppo compromettente: “A casa tutti bene?”.

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