Il testimone del caso di Voghera che dice che Adriatici ha mirato prima di sparare

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-07-24

Durante l’interrogatorio con il gip Massimo Adriatici ha detto di non ricordare come sia partito il colpo che ha ucciso Youns El Boussetaoui. Ma ora c’è un testimone dei fatti di Voghera che spiega di sapere come è andata.  

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Durante l’interrogatorio con il gip Massimo Adriatici ha detto di non ricordare come sia partito il colpo che ha ucciso Youns El Boussetaoui. Ma ora c’è un testimone dei fatti di Voghera che spiega di sapere come è andata.

 

Il testimone del caso di Voghera che dice che Adriatici ha mirato prima di sparare

Tre ore di interrogatorio davanti al gip per spiegare di essere stato “vittima di una violenza improvvisa e inaudita”, che l’avrebbe fatto “cadere a terra, procurandogli uno stato di confusione”, nel quale non ricorda “di preciso come esattamente sia partito il colpo” che martedì sera in piazza a Voghera ha colpito e ucciso il 39enne marocchino senza fissa dimora Youns El Boussetaoui. Questa la linea difensiva tenuta dall’assessore autosospeso del Comune in provincia di Pavia, Massimo Adriatici, che da tre giorni si trova agli arresti domiciliari con l’accusa di eccesso colposo di legittima difesa. Misura cautelare che la Procura di Pavia ha chiesto di confermare e su cui si attende la decisione del gip Maria Cristina Lapi mentre gli avvocati di Adriatici, Colette Gazzaniga e Gabriele Pipicelli, ne chiedono la revoca. Se i momenti prima dello sparo sono stti registrati in un video di una telecamera di sicurezza ora c’è anche un testimone che afferma che Adriatici ha preso la mira prima di sparare. Si tratta di un testimone diretto che ha potuto ossevare la scena da vicino, come spiega Repubblica, che riporta le sue parole:

Quest’uomo racconta una scena del delitto vista da molto vicino, e soprattutto dice che l’avvocato avrebbe «preso la mira» e poi sparato. Ecco il suo racconto. «Ho visto un signore italiano che stava parlando al telefono, Youns lo ha spinto e l’italiano è caduto in terra sulla schiena. A quel punto, mentre era sdraiato, ha estratto la pistola dal fianco e gli ha sparato un colpo a sangue freddo. Dopo essere stato colpito, Youns è corso via con la mano sulla pancia e poi è caduto a terra»

Secondo gli avvocati di Adriatici invece è “una leggenda metropolitana” quella dell’assessore-sceriffo, che girava armato per difendere la città, e raccontano un’altra storia. “Adriatici – hanno raccontato – martedì come tutte le sere stava facendo una passeggiata”, parlando al telefono con un amico, quando “ha notato El Boussetaoui tenere condotte violente, molestare una ragazza all’interno del bar, gettare uno sgabello e lanciare una bottiglia”. A quel punto l’assessore leghista, con un passato in polizia, avrebbe chiuso la chiamata e composto prima il 113 e poi direttamente il numero della Questura.  “L’operatore di polizia – prosegue il racconto dell’avvocato Pipicelli – sente che il telefonino a un certo punto vola via e cade a terra”. Resta da capire cosa sia accaduto in quei momenti di concitazione, in cui Adriatici ha estratto la pistola – già carica, per poterla usare “senza andare in panico” in situazioni di pericolo – e l’ha rivolta contro il marocchino per farlo allontanare. “Un colpo non parte da solo dalla pistola. Io la dinamica – se qualcuno gli ha messo la mano sopra o l’ha spinto – non la so e non ha saputo rispondere nemmeno Adriatici”, ha chiarito l’avvocato.  Ora la testimonianza potrebbe aprire nuove prospettive nelle indagini.

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