I test rapidi per COVID-19 sono sicuri?

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-09-03

Come funzionano i test rapidi? A differenza dei tamponi che individuano l’Rna del virus e che hanno bisogno di 24-48 ore per essere processati da un laboratorio, i test antigenici cercano solo «un pezzo del virus». Ma quanto sono efficaci?

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Quando riaprirà la scuola bisognerà capire in fretta quante persone sono state contagiate nel caso in cui uno studente risulti positivo. Ma una diagnosi incontrovertibile si può ottenere solo con il test tampone detto anche «test PCR» che però ha bisogno di almeno 48-72 ore per poter dare una risposta. Nella pratica poi si arriva anche a sei giorni per un risultato. Tutti i sospettati di aver contatto il Covid dovranno restare in isolamento fino all’esito del test, con il rischio di un probabile blocco generale. Per questo motivo Veneto e Lazio hanno deciso di utilizzare test rapidi (meno accurati) per lo screening nelle scuole e la Liguria sta valutando l’ introduzione del test salivare che fornisce il risultato in pochi minuti, massimo mezz’ora. Le altre regioni, Lombardia compresa, proseguiranno con il tampone tradizionale. Come funzionano i test rapidi? A differenza dei tamponi che individuano l’Rna del virus e che hanno bisogno di 24-48 ore per essere processati da un laboratorio, i test antigenici cercano solo «un pezzo del virus» e per questo non hanno bisogno di tutti i mezzi chimici necessari per fare un test del tampone per arrivare al risultato. Riguardo all’accuratezza, la loro capacità di identificare i veri casi positivi è intorno all’85% anche se nuovi kit americani superano il 90% di attendibilità:

test tampone gaetano libra

Il documento dell’Istituto superiore di Sanità con le linee guida «per la gestione di casi e focolai di Covid nelle scuole e nei servizi educativi dell’infanzia» spiega che «il metodo diagnostico riconosciuto e validato dagli organismi internazionali per rivelare la presenza del virus Sars-CoV-2 è il «test PCR». Tuttavia, aggiunge, «sono stati sviluppati, e sono in continua evoluzione tecnologica per migliorare la loro performance, test diagnostici rapidi che rilevano la presenza del virus in soggetti infetti, meno sensibili del test molecolare classico eseguito in laboratorio» ma «dopo opportuna validazione» potranno «rappresentare un essenziale contributo nel controllo della trasmissione di SarsCoV-2». Kyriakoula Petropulacos, direttore della Sanità in Emilia Romagna e componente del comitato tecnico scientifico nazionale, pone però qualche dubbio: senza il consenso dei genitori non si può procedere con test sui minorenni. «Chi li esegue? Sono autorizzati solo operatori sanitari. Dovrebbero essere organizzati punti di prelievo con squadre da inviarea domicilio». Proprio come farà la Regione Lazio

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