Tasi e inquilini: come funziona la tassa sulla casa

La Tasi colpisce anche gli inquilini. Non essendo un’imposta sul patrimonio ma sui servizi, una parte della nuova tassa sulla casa va pagata anche da parte degli inquilini, e la legge stabilisce che chi affitta possa arrivare a pagare fino al 30% (il dieci per cento è il minimo). Spiega oggi il Corriere della Sera che il tributo però per quest’anno ha un tetto: per gli immobili che pagano giàl ’Imu la somma tra Imu e Tasi non può superare l’aliquota massima dell’Imu. Il comunepuò applicare un’addizionale di 0,8 millesimi solo se decide detrazioni per la prima casa. Siccome molti grandi Comuni avevanogià l’Imu ai massimi o non hanno applicato la Tasi sugli immobili diversi dall’abitazione principale o lo hanno fatto solo nel limite consentito di 0,8 millesimi. Così ad esempio hanno fatto Milano e Roma, dove l’aliquota per le abitazioni locate è dello 0,8 per mille. E quindi la ripartizione della spesa è 90% proprietario e 10% inquilino: «Il costo è quindi abbastanza modesto ma va sommato a un’Imu molto pesante per il proprietario. Su un’abitazione da 100 euro di rendita catastale il conto Tasi in entrambe le città è di 134 euro, con una spesa per l’inquilino di soli 13 euro, mentre 121 sono a carico del proprietario, che però a Milano deve anche pagare 1.613 euro di Imu,che nella Capitale diventano 1.781. La tabella del Corriere:
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