La storia del bambino morto per malasanità e non per il tampone rotto nel naso

di Maria Teresa Mura

Pubblicato il 2020-09-15

Sta diventando virale tra i negazionisti del Coronavirus la storia di un bambino morto in Arabia Saudita: il piccolo, che aveva un anno e mezzo, era stato ricoverato perché aveva la febbre alta. Durante la procedura per il test del tampone il bastoncino si è spezzato nel suo nasino. E dopo 24 ore purtroppo è deceduto. Ma c’entra davvero solo il tampone?

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In queste ore sta diventando virale tra i negazionisti del Coronavirus la storia di un bambino morto in Arabia Saudita: il piccolo, che aveva un anno e mezzo, era stato ricoverato perché aveva la febbre alta. Durante la procedura per il test del tampone il bastoncino si è spezzato nel suo nasino. E dopo 24 ore purtroppo è deceduto. Ma c’entra davvero solo il tampone?

La storia del bambino morto per malasanità e non per il tampone rotto nel naso

La storia non è recentissima, risale al luglio scorso, ma è stata condivisa sui social da quando è stata rilanciata da alcuni siti italiani. Il bambino si chiamava Abdulaziz. Lo zio del bimbo aveva raccontato la storia al sito Alarabiya spiegando che era stato portato al Shaqra General Hospital dove è successo l’incidente: come da prassi ad Abdulaziz era stato fatto il tampone, ma il bastoncino si è rotto all’interno del naso del bambino. Il medico in preda al panico ha insistito per un’anestesia generale per estrarre il bastoncino. L’intervento aveva avuto successo ma il piccolo è deceduto poche ore dopo. Cosa è accaduto? La storia è un pochino meno lineare di come sembra: il bambino dopo l’intervento, terminato all’una di notte, come raccontato proprio dai suoi parenti, non è stato più visitato né controllato; lo zio spiega che Abdulaziz si era svegliato e la mamma che era con lui ha chiesto all’infermiera che il medico specialista lo esaminasse dopo l’operazione, controllasse le sue condizioni e si assicurasse che il tampone fosse stato rimosso completamente e che non vi fossero sanguinamenti o difficoltà respiratorie. Ma questo non è avvenuto: secondo il racconto dello zio al-Joufan l’infermiera avrebbe detto che il dottore non era disponibile e avrebbe chiesto alla mamma di aspettare.

tampone si rompe nel naso di un bambino di un anno e mezzo 1

Solamente la mattina successiva il piccolo è stato sottoposto a radiografia, quando le sue condizioni si erano già aggravate: aveva già perso conoscenza quando dall’esame era emerso che era presente un blocco delle vie aeree in uno dei polmoni. E dopo il primo episodio di malasanità ne avviene un secondo, almeno secondo la versione dello zio del bambino: “Quando le condizioni del bambino sono peggiorate, ho chiesto che fosse trasportato in un ospedale specializzato a Riyadh per salvargli la vita. La richiesta è stata approvata in anticipo, ma siamo rimasti in ospedale in attesa di un’ambulanza che non è arrivata al pronto soccorso fino a un’ora dopo”. Abdulaziz non partirà mai con l’ambulanza arrivata in ritardo. Era stato dichiarato morto. E sotto accusa non è finito il tampone ma le procedure seguite in ospedale. “Attendo la punizione della persona responsabile della morte del bambino”, ha spiegato lo zio. Nessuno dice che un tampone rotto nel naso sia una buona cosa. Ma la malasanità è senz’altro peggio.

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