Perché la febbre va misurata al bambino prima di uscire di casa?

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-09-14

Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità spiega in un’intervista al Corriere della Sera una delle questioni più dibattute: la misurazione della temperatura dei bambini

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Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità, fin dall’inizio dell’emergenza Covid-19 è al lavoro nel Comitato tecnico-scientifico. Oggi spiega in un’intervista al Corriere della Sera una delle questioni più dibattute, la misurazione della temperatura dei bambini prima della scuola:

Perché la febbre va misurata al bambino prima di uscire di casa?
«La misurazione direttamente a scuola si può fare in piccoli istituti, quando il numero degli alunni è alto si creano assembramenti. Inoltre il bambino che esce di casa con 38 di febbre è contagioso. C’è chi obietta, e se poi il genitore lo porta ugualmente a lezione anche con la febbre? Ho troppa stima dei genitori per sospettare che lo facciano»

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Cosa succede se il bambino ha una temperatura superiore a 37,5°?

Nel caso di temperatura oltre i 37,5° o di sintomi sospetti, l’alunno resta a casa e i genitori devono chiamare il pediatra per un consulto anche telefonico. Sarà il medico a decidere se indirizzare il giovane paziente alla Asl per il tampone o prescrivere un’altra cura. Se l’esito del tampone è positivo, la Asl prescriverà la quarantena ai genitori, presumibilmente alla classe e ai docenti venuti in contatto con l’alunno nelle 48 ore precedenti i sintomi. Per tornare a scuola, l’alunno dovrà risultare negativo a due tamponi consecutivi. In caso di malessere non legato al Covid può tornare in classe senza certificato. Alcune scuole richiedono un’autocertificazione dei genitori.

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