Tampone obbligatorio per chi rientra da Spagna, Malta, Croazia e Grecia: le regole in vigore da oggi

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2020-08-13

Un’ordinanza che prevede il tampone rapido per chi torna da Grecia, Spagna, Croazia, Malta e il divieto di ingresso e transito dalla Colombia. E allo studio ci sono nuove regole sulle mascherine e l’ipotesi di coprifuoco per i luoghi più affollati

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In piena estate e con i contagi in netta risalita, con diversi focolai dopo i rientri dalle vacanze e la movida indisciplinata, il governo tenta di arginare l’avanzata di COVID-19 con nuove misure. In un incontro con i governatori, il ministro Speranza presenta un’ordinanza che prevede il tampone rapido per chi torna da Grecia, Spagna, Croazia, Malta e il divieto di ingresso e transito dalla Colombia.

Tampone obbligatorio per chi rientra da Spagna, Malta, Croazia e Grecia: le regole in vigore da oggi

Repubblica spiega che chi arriva in Italia da Spagna, Grecia, Croazia e Malta dovrà o esibire un test negativo eseguito nelle 72 ore precedenti o sottoporsi al tampone rapido dove sarà disponibile (presumibilmente solo negli aeroporti e nei porti più grandi con esito entro mezz’ora) o autodenunciarsi al distretto sanitario competente e attendere in isolamento il tampone a domicilio nel giro di 48 ore. Se l’esito sarà negativo non sarà necessario osservare la quarantena. La lista dei Paesi a rischio sarà rivalutata quotidianamente: osservata speciale è la Francia, che ieri ha fatto registrare quasi 2.500 contagi, il numero più alto in Europa, ma è finora rimasta fuori da qualsiasi provvedimento. Ingresso e transito vietati invece per chi proviene dalla Colombia. Solo il governatore campano De Luca, ancora una volta, va oltre e dispone la quarantena in attesa di tampone per chiunque rientri da qualsiasi Paese, multa da 1000 euro e denuncia penale per chi viola l’isolamento. Agostino Miozzo, coordinatore del Comitato Tecnico Scientifico, in un’intervista al Corriere della Sera rievoca la possibilità di tornare in lockdown:

«Noi monitoriamo la situazione e guardiamo i dati. Ci piacerebbe molto far tornare la situazione alla normalità. Ma adesso c’è grande preoccupazione».

Si riferisce ai 481 nuovi contagiati?
«Abbiamo una graduale ascesa dei numeri, ma soprattutto abbiamo anche persone giovani che stanno entrando nelle terapie intensive. Nessuno è invulnerabile. Ricordiamoci che questa è una malattia maledetta. Quando colpisce può fare male».

Darete nuove linee guida?
«Lo facciamo ogni giorno. Nessuno può dire di non sapere che cosa sta accadendo. Continuiamo a lanciare messaggi di educazione, chiediamo di prepararsi a una nuova possibile emergenza, di limitare i danni».

Però ci sono già i danni gravi all’economia.
«Mi sembra che questo sia prevalente per alcuni amministratori locali. Nessuno è così cinico o sciocco da non comprendere che se non si sfrutta questo periodo in cui la genteèin vacanza il disastro economico può essere ancora più grave. ma bisogna rendersi conto che senza le misure di protezione si rischia il ritorno al lockdown e questa sarebbe davvero la catastrofe. Ci aspettano scadenze fondamentali, non possiamo arrivarci così».

Le regole in vigore e quelle allo studio

Da oggi quindi, oltre al tampone per chi rientra da Spagna, Malta, Croazia e Grecia l’obbligo di quarantena per chi torna dai Paesi indicati nell’ordinanza è scattato in Campania «fino a quando il tampone non sarà negativo, pena denuncia penale e sanzione di mille euro per chi la viola». In Puglia è stato invece deciso che «chi è entrato in ”contatto stretto” con un caso Covid deve osservare l’isolamento fiduciario per tutti i 14 giorni anche in caso di esito del tampone negativo».

Da oggi è vietato anche l’ingresso e il transito in Italia a chi proviene dalla Colombia. Dal 9 luglio era già stato vietato di entrare nel nostro Paese a chi «nei 14 giorni antecedenti, ha soggiornato o è stato in transito in Armenia, Bahrein, Bangladesh, Brasile, Bosnia Erzegovina, Cile, Kosovo, Kuwait, Macedonia del nord, Moldova, Montenegro, Oman, Panama, Perù, Repubblica dominicana. Chi proviene dagli Stati Uniti è obbligato a mettersi in quarantena mentre chi arriva da Bulgaria e Romania deve essere sottoposto a tampone. La lista dei Paesi viene aggiornata sulla base del numero dei contagi e non è escluso che possa allungarsi nei prossimi giorni. L’Ue ha chiesto due giorni fa «misure coordinate per i divieti» che in alcuni casi sono comunque scattati.

Il governo è tornato a chiedere la stretta sulle discoteche, ma le Regioni non ci sentono da quell’orecchio. Anche in Puglia e in Toscana, come in Sardegna, è stata imposta la “mitica” distanza di due metri nella pista da ballo, che ovviamente non verrà rispettata come sta già succedendo in Sardegna. Il Corriere fa sapere anche i provvedimenti allo studio:

Il governo non esclude, se il numero dei contagi dovesse continuare a salire, l’ipotesi di imporre l’obbligo di indossare la mascherina anche all’aperto. Un provvedimento che dovrebbe servire a limitare i contatti nei luoghi più affollati dove si sta dimostrando impossibile mantenere il distanziamento, soprattutto in questo periodo di vacanze. In Puglia è già stata firmata un’ordinanza che impone l’obbligo di stare con naso e bocca coperti anche all’aperto quando non si riesce a mantenere la distanza. E anche altre Regioni stanno valutando la possibilità di procedere in tal senso soprattutto in quelle aree maggiormente frequentate. E dunque le località delle vacanze, le piazze e le strade dove ci sono molti locali pubblici, ma anche i luoghi dove si organizzano eventi.

E c’è anche l’ipotesi di coprifuoco per i luoghi affollati:

Potrebbe essere questa una delle misure per limitare i contagi da coronavirus nelle aree più affollate. Un provvedimento che è già scattato in alcune piazze di Roma dove gli assembramenti sono diventati emergenza. C’è anche l’ipotesi di contingentare gli ingressi, proprio come già avviene nei luoghi chiusi dove bisogna limitare la presenza delle persone. Qualora la curva dovesse ricominciare a salire in maniera pericolosa potrebbe anche scattare una sorta di coprifuoco con il divieto di stare all’aperto dopo una certa ora. Provvedimenti estremi che potrebbero però diventare necessari se — come è già accaduto in alcune località balneari — la grande concentrazione di persone, soprattutto giovani, ha causato risse e fatto nascere focolai di Covid-19

Leggi anche: Come è andata con il distanziamento nelle discoteche in Sardegna

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