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Svolta nell’omicidio di Franco Severi, i Carabinieri hanno fermato il fratello
neXtQuotidiano 08/07/2022
L’uomo era stato trovato decapitato nel forlivese lo scorso 23 giugno
Il suo corpo senza vita era stato trovato in un dirupo nella zona di Forlì, con la testa mozzata dal resto del tronco. Franco Severi è stato ritrovato la sera del 22 luglio, poco dopo le 21.30. E dopo oltre due settimane di indagini, con interrogatori e racconti da parte delle persone e dei famigliari che ben conoscevano il 53enne, i Carabinieri hanno fermato il fratello della vittima: sarebbe lui, infatti, l’indiziato numero uno per questo efferato delitto.
Franco Severi, fermato il fratello dell’imprenditore decapitato a Forlì
Daniele Severi è stato fermato, questa mattina, dai militari dell’Arma dei Carabinieri. Poi è stato trasferito nel comando di Meldola dove sta rispondendo alle domande degli inquirenti. Le indagini, dunque, starebbero portando sulla strada già indicata solo qualche giorno dopo quel macabro ritrovamento in quel dirupo Ca’ Seggio di Civitella di Romagna sull’Appennino forlivese: i rapporti con i fratelli. In particolare, la sorella del 53enne ucciso aveva commentato l’accaduto con una laconica frase: “Cronaca di una morte annunciata”.
E da lì, dopo aver raccolto le prime testimonianze, gli inquirenti hanno iniziato a indagare sulle relazioni e i rapporti di Franco Severi. In particolar modo, la lente di ingrandimento era stata posta su una ristretta cerchia di conoscenti e sui componenti della sua famiglia (in passato non erano mancate polemiche e liti). E oggi la cintura si è stretta ancor di più, con il fermo del fratello Daniele come indiziato principale per quel brutale omicidio. All’inizio l’attenzione si era spostata su un amico, colui il quale aveva lanciato l’allarme dopo il ritrovamento del corpo in quel dirupo. Poi, però, l’occhio di bue si è rivolto verso questo fratello con cui la vittima avrebbe avuto diversi dissapori nel passato più o meno recente. E ci sarebbero anche delle tracce di sangue ritrovate sulle scarpe dell’uomo e sarebbero compatibili con il dna della vittima.