Il superticket della sanità: chi lo paga e chi vuole abolirlo

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2017-10-06

In molte regioni la sovrattassa colpisce i ceti medi. Ma c’è anche chi non la applica

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15 milioni di italiani pagano il superticket: la metà di coloro che ricorrono a prestazioni specialistiche, ovvero ogni anno su 60 milioni di italiani, circa 30 milioni hanno la necessità di fare analisi, Tac, accertamenti per le più svariate patologie. Di questi 30 milioni la metà sono esenti; gli altri pagano. Repubblica, in un articolo a firma di Roberto Petrini, racconta che gli esenti sono sostanzialmente i più disagiati, mentre la platea dei 15 milioni di “pagatori” , con redditi più alti, si sobbarca naturalmente, oltre al superticket di norma pari a 10 euro, anche il ticket base che sempre di norma è pari a 30-35 euro. Gli esenti sono bambini sotto i sei anni e anziani sopra i 65 anni se hanno un reddito inferiore ai 36 mila euro lordi, i disoccupati con i loro familiari a carico con un reddito lordo sotto gli 8 mila euro, i pensionati sociali e i loro familiari a carico, i titolari di pensioni al minimo e i loro familiari con reddito inferiore agli 8.000 euro.

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Quanto costano ticket e superticket nella sanità (Repubblica, 6 ottobre 2017)

Sono esenti anche gli invalidi, i malati cronici, le donne in gravidanza, e le attività di prevenzione (tumori, test Hiv). Il problema dell’abolizione del superticket si pone sostanzialmente per i redditi medi e, a salire, fino ai più abbienti. Il pagamento da parte di questi soggetti, anche se hanno reddito alto, già non avviene in tre Regioni “generose”: Basilicata, Valle d‘Aosta, la provincia di Bolzano che non fanno pagare il superticket, a queste si può aggiungere Trento dove di pagano solo 3 euro.  Le regioni del superticket pieno sono la maggioranza relativa: Abruzzo, Liguria, Lazio, Molise, Campania, Puglia, Calabria, Sardegna, Sicilia.

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