La lezione degli studenti del liceo Cavour a Salvini e Pillon: “L’asterisco, per noi, è normalità”

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-11-23

Le banalità espresse dal duo leghista sui social vengono spazzate via dalla maturità degli studenti

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Il liceo Cavour di Torino ospita un indirizzo “Classico” e uno “Musicale”. E forse anche per questo motivo hanno deciso, con toni e melodie dolci, di “suonarle” dialetticamente a tutti quei politici che si sono scagliato contro la decisione di utilizzare l’asterisco al termine della vocale finale per evitare discriminazioni di genere nella comunicazioni ufficiali. A prendere la parola, dopo giorni in cui sono stati tirati in ballo senza mai rispondere, sono gli stessi studenti che hanno deciso di replicare a quella serie di dichiarazioni social fatte dai vari Salvini, Pillon ed esponenti di Fratelli d’Italia.

Liceo Cavour di Torino, gli studenti rispondono a Salvini sull’asterisco

Il leader della Lega ha polemizzato sulla scelta del liceo Cavour di Torino attraverso il suo profilo Twitter.

“Uno conto è il rispetto, altro conto è una folle corsa verso il niente”, ha tuonato il segretario del Carroccio. “Il niente”. Parole che vanno di pari passo con il post pubblicato su Facebook da un altro leghista, il senatore Simone Pillon, che dimostra di aver capito poco (anzi niente) della scelta coraggiosa (aggettivo necessario, viste le reazioni smodate e sconclusionate) del liceo torinese.

Comicità da “Bagaglino” – forse è per questo che avevano scelto di candidare Pippo Franco a Roma – che non fa ridere neanche per sbaglio. E la risposta degli studenti del liceo Cavour – dopo giorni di silenzio – è puntuale e precisa e dimostra una maturità molto più elevata rispetto a quella mostrata dalla nostra classe politica. E lo hanno fatto attraverso alcune stories pubblicate sul loro canale Instagram.

“Supportiamo questa decisione poiché possiamo dire che siamo stati noi i primi a usarla, tempo fa, nelle comunicazioni ufficiose proprio tra noi. Dallo scorso anno è così, il preside l’ha formalizzato, ma era una scelta spontanea di noi studenti, nessuna grande novità. Non sta a noi entrare in ambito politico e non lo faremo. Ci tenevamo a ribadire che anche la componente studentesca è assolutamente a favore di quello che è stato deciso dalla nostra scuola, ci teniamo a far sì che ogni appartenente alla nostra comunità si senta accettato e libero di esser ciò che vuole”.

Essere liberi di essere se stessi, senza discriminazioni. Perché anche dalla comunicazione deve passare un messaggio inclusivo. E questo lo hanno capito anche gli studenti, ma non un arco della nostra politica. La futura classe dirigente, dunque, ha una maturità di gran lunga superiore rispetto a quella attuale. O almeno rispetto a una parte di essa.

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