Cosa nasconde il viaggio in macchina a Strasburgo di Di Maio e Di Battista

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2019-01-14

Oggi il vicepremier in compagnia dell’amico di sempre è sulla strada per Strasburgo ed è in vena di fare grandi promesse. Se li voterete alle europee il M5S si impegnerà a mantenere le promesse fatte durante la campagna per le politiche dell’anno scorso. Altrimenti…Geniale no?

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Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista oggi si sono messi in viaggio in macchina verso Strasburgo. Un viaggio che serve come pretesto per fare  la tanto attesa diretta assieme. lanciare la campagna elettorale per le europee e spiegare i programmi del governo per il dopo elezioni. «È stata una battaglia il 2,4 che poi abbiamo chiuso a 2 e abbiamo portato a casa quota 100, il reddito di cittadinanza e altre cose» spiega Di Maio senza dire che Quota 100 sarà per pochi ed comporterà il taglio dell’assegno e che il Reddito di Cittadinanza non sarà proprio come era stato promesso in campagna elettorale.

Di Maio sta preparando le scuse per il dopo europee

Il vicepremier fa autocritica e spiega che è importante che i cittadini “percepiscano questi risultati” senza che glieli si debba ricordare ogni volta. Certo, un grande passo avanti sarebbe l’approvazione del DL sul RdC, che però tarda ad arrivare perché quelli del governo del Cambiamento vogliono fare le cose per bene. Però – continua Di Maio – «c’è una cosa importante che tutti i cittadini devono sapere: non abbiamo finito qui. Dobbiamo fare quota 41, che è il vero superamento totale della legge Fornero e per farlo abbiamo bisogno che quest’anno, con le elezioni europee, cambino alcune regole europee. E allo stesso modo dobbiamo aumentare la platea dei beneficiari del reddito di cittadinanza, abbassare ancora di più le tasse alle imprese».

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Ma che bisogno c’è di dire che c’è ancora da fare “quota 41” e soprattutto perché legarla alle elezioni europee quando faceva parte del programma dei 20 punti per la qualità della vita degli italiani con cui Di Maio si è presentato alle politiche del 2018? In teoria per realizzare quel programma non serve vincere le europee, è sufficiente andare al governo. E il M5S è al governo. E da quando è al governo si è alleato con la Lega, ha detto che la TAP si farà e sull’ILVA non ha mantenuto le promesse.

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A voler pensar male si potrebbe dire che il vicepremier sta preparando già le scuse per quando non riuscirà a realizzare tutto quello che ha promesso. La scusa sarà che è colpa dell’Europa che non ci lascia fare le riforme e spendere i soldi come vogliamo. Ma Di Maio dimentica che il suo governo ha accettato anche alcune condizioni per poter fare la Manovra del Popolo. Una di queste sono i 38 miliardi di euro di risparmi nei prossimi tre anni. Un’altra invece sono le clausole di salvaguardia IVA. Solo per questa voce, e sterilizzare un aumento dell’IVA il governo Conte dovrà trovare 24 miliardi di euro entro la fine del 2019.

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Di Maio questo lo sa. Come sa che andare in Europa a cambiare le regole europee con una coalizione fatta di micropartitini antieuropeisti non produrrà i risultati sperati. Perché per comandare in Europa servono altre strategie politiche, ben diverse da quelle di andare a trattare con la pistola nel cassetto (dell’uscita dall’euro) o di minacciare di spaccare la UE per poter spendere più soldi degli italiani per mantenere delle assurde promesse elettorali. Perché a dirla tutta se seguissimo la narrazione grillina non ci dovrebbe essere nemmeno bisogno di fare più deficit. Vi ricordate di quando Di Maio prometteva di aver trovato trenta miliardi di spese inutili da tagliare? Iniziasse da quelli.

Foto copertina via Facebook

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