Economia

«Il reddito di cittadinanza penalizzerà le famiglie»

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-01-09

Il presidente dell’INPS all’attacco delle misure del governo Lega-M5S: «Quota 100? I soldi non bastano»

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Tito Boeri rilascia forse l’ultima intervista da presidente dell’INPS, carica a cui venne nominato da Renzi (con cui litigò molto presto) e dalla quale si è scontrato a più riprese con Salvini e Di Maio, tanto che in questi mesi gli sono stati rivolti molti inviti a prendere cappello. Lo fa idealmente oggi, segnalando le storture del reddito di cittadinanza e di quota 100:

«Io ero e sono favorevole ad una misura di sostegno alla povertà, e ho apprezzato il fatto che le ultime bozze si sono avvicinate ad una estensione del reddito di inclusione in vigore. Ma è vero che nel testo ci sono diverse incongruenze».

Ad esempio?
«La misura spiazza il lavoro al Sud. Un single con reddito zero può aspirare a 9.360 euro all’anno: sa quanti sono i lavoratori dipendenti al Sud che hanno redditi da lavoro inferiori a quella somma? Il 43 per cento. Ciò significa che quasi un giovane su due da quelle parti potrà essere messo di fronte a due alternative entrambe allettanti: smettere di lavorare o essere pagato in nero per ottenere comunque il sussidio».

La Lega sostiene che l’attuale testo penalizza le famiglie.
«Si, è così. Penalizza le famiglie numerose dove sono concentrati i poveri. Una famiglia con tre figli prende il doppio di un single, una famiglia con cinque figli lo stesso. Non si doveva sostenere la genitorialità?».

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Reddito di cittadinanza: i beneficiari (Il Sole 24 Ore, 6 gennaio 2019)

Cosa pensa della controriforma delle pensioni?
«Dobbiamo ancora fare le ultime valutazioni sul decreto, ma il rischio di non rispettare il tetto di spesa c’è. E le tasse sono destinate ad aumentare. La durata triennale potrà spingere ad anticipare le uscite soprattutto nel privato e il divieto di cumulo è sbagliatissimo: finirà per alimentare il lavoro nero. Ci obbligherà a mandare ispettori per controllare che non versino i contributi! Gli over sessanta andrebbero incentivati a lavorare, non il contrario: ci sono fior di studi che dimostrano quanto sia salutare mantenersi professionalmente attivi».

Leggi sull’argomento: Perché il decreto Carige è stato fatto in fretta e di notte

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