Strage della stazione di Bologna, ergastolo per Gilberto Cavallini

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-01-09

Condanna all’ergastolo per l’ex terrorista dei Nar Gilberto Cavallini, nel processo sulla Strage della stazione di Bologna del 2 agosto 1980. Gilberto Cavallini detto il ‘Negro’, 66 anni, detenuto dal 1983 è attualmente in semilibertà nel carcere di Terni

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Condanna all’ergastolo per l’ex terrorista dei Nar Gilberto Cavallini, nel processo sulla Strage della stazione di Bologna del 2 agosto 1980. La sentenza è stata letta dalla Corte di assise, dopo sei ore e mezza di camera di consiglio.

Strage di Bologna, ergastolo per Gilberto Cavallini

Per Cavallini, 67enne, condannato a diversi ergastoli e attualmente detenuto a Terni in regime di semilibertà, la Procura di Bologna aveva chiesto l’ergastolo per la strage alla stazione, per la quale sono stati condannati in via definitiva Valerio Fioravanti, Francesca Mambro e Luigi Ciavardini. Per l’ex Nar è stata anche disposta una provvisionale immediatamente esecutiva di 100mila euro in favore delle parti civili che hanno perso un parente di primo grado o il coniuge; di 50mila euro in favore delle parti civili che hanno perso un parente di secondo grado o un affine di primo o secondo; di 30mila euro in favore delle parti civili che hanno perso un parente o un affine di grado ulteriore; di 15mila euro in favore di ogni parte civile che abbia riportato lesioni in proprio e di 10mila euro in favore di ogni parte civile che abbia un parente che ha riportato lesioni.

strage stazione bologna

Alla lettura della sentenza l’imputato, in semilibertà nel carcere di Terni, non era più presente in aula. In mattinata aveva fatto dichiarazioni spontanee. Erano presenti invece una trentina di familiari delle vittime, tra i banchi del pubblico, che hanno accolto il verdetto in maniera composta, con evidente soddisfazione. Presente anche la presidente dei familiari delle vittime della Banda della Uno Bianca, Rosanna Zecchi. La sentenza della Corte presieduta da Michele Leoni è arrivata a 40 anni dallo scoppio della bomba che fece 85 morti e oltre 200 feriti e dopo quasi due anni di dibattimento in aula. La strage della stazione di Bologna è stata commessa il 2 agosto 1980: morirono 85 persone e oltre 200 furono i feriti. E’ considerato l’ultimo atto della strategia della tensione, cominciata con Piazza Fontana e proseguita con Piazza della Loggia. Wikipedia ricorda che la bomba era composta da 23 kg di esplosivo, una miscela di 5 kg di tritolo e T4 detta «Compound B», potenziata da 18 kg di gelatinato (nitroglicerina a uso civile).

Chi è Gilberto Cavallini, condannato per la strage della stazione di Bologna

Gilberto Cavallini detto il ‘Negro’, 66 anni, detenuto dal 1983 è attualmente in semilibertà nel carcere di Terni ed è stato condannato all’ergastolo anche per altre vicende. Fu rinviato a giudizio a 37 anni dalla strage: è stato processato per concorso perché, secondo la Procura, fornì appoggio logistico a Mambro, Fioravanti e Ciavardini ospitandoli nell’appartamento che condivideva con l’allora compagna a Villorba di Treviso. I pm, nelle scorse udienze, avevano chiesto l’ergastolo mentre la difesa l’assoluzione (“non è possibile processare una persona a 40 anni di distanza, e’ inumano”). Come i suoi ‘compagni’ militanti dei Nuclei armati rivoluzionari, Cavallini si e’ sempre dichiarato estraneo ai fatti di Bologna.

Giusva Fioravanti (Blu Notte, Raitre)

Il verdetto dei giudici bolognesi è arrivato dodici anni dopo l’ultima sentenza definitiva che ha condannato come esecutori materiali della strage gli ex militanti ‘neri’ dei Nuclei armati rivoluzionari (Nar) Valerio Fioravanti, Francesca Mambro e Luigi Ciavardini. Con la sentenza di oggi (non definitiva perché di primo grado) si aggiunge un altro tassello alla vicenda giudiziaria del 2 agosto. Ma se sugli esecutori materiali i giudici si sono espressi, è ancora mistero sui mandanti. Questa la grande zona d’ombra sulla strage alla stazione. Su questo fronte c’e’ un’inchiesta della Procura generale di Bologna che procede nel massimo riserbo. Gli inquirenti hanno sentito alcune persone e inoltrato rogatorie in Svizzera su conti correnti anche riconducibili al venerabile maestro della loggia massonica P2, Licio Gelli, morto nel dicembre 2015 e condannato per il tentativo di depistare le indagini sulla strage.

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