Fatti
Renzi non molla (per ora) sulla Stepchild Adoption
di Alessandro D'Amato
Pubblicato il 2016-02-07
Il premier fa sapere attraverso l’articolo di Maria Teresa Meli sul Corriere della Sera che il Partito Democratico non farà stralciare l’adozione del figliastro dalla legge sulle unioni civili. La conferma di Orfini. Intanto Alfano e Formigoni sono in gara per il tweet più miserabile dell’anno: quando arriva Gasparri?
Matteo Renzi non molla sulla stepchild adoption. Dopo la decisione di lasciare libertà di coscienza ai parlamentari comunicata ieri a sorpresa dal MoVimento 5 Stelle il presidente del Consiglio continua a non esporsi direttamente sulla legge Cirinnà, ma fa sapere attraverso l’articolo di Maria Teresa Meli sul Corriere della Sera che il Partito Democratico non farà stralciare l’adozione del figliastro dalla legge sulle unioni civili. Questo significa che il PD affronterà il voto segreto dell’aula del Senato sul tema, rischiando anche di andare sotto viste le tante defezioni nel partito di Renzi e quelle che potrebbero arrivare dal MoVimento 5 Stelle.
Renzi non molla sulla Stepchild Adoption
Come suo solito, Renzi affida all’articolo della Meli la sua posizione sulla Stepchild Adoption:
Su questo punto Matteo Renzi è netto: «Io devo portare a casa questa legge», dice senza troppi giri di parole, com’è nel suo stile. Ma non finisce qui. Anche se, come ha ripetuto più volte in questi giorni, «il Parlamento è sovrano e autonomo» e quindi ne rispetterà le decisioni, il premier mira ad andare fino in fondo e a ottenere il risultato massimo: «Non ci sarà nessuno stralcio. Io proverò a portare a casa la stepchild adoption. È dura, ma non è impossibile».
E sostiene – piuttosto incredibilmente, ma vabbeh – che tenere il governo defilato sulla legge ha aiutato, finora:
«In realtà — dice il premier ai collaboratori, dando voce alle sue preoccupazioni — Grillo sta puntando a far saltare tutta la legge, non solo la stepchild adoption». Uno scenario del genere è proprio quello che il presidente del Consiglio punta a scongiurare. Per questa ragione, la diplomazia del Pd ha lavorato sodo nei giorni scorsi e ancora lavorerà. L’obiettivo è quello di contenere al massimo il dissenso all’interno del gruppo del Partito democratico.
Ma la via d’uscita non può essere quella di affidare al governo la soluzione sulla stepchild adoption nei sei mesi che seguiranno l’approvazione della legge sulle unioni civili. Primo, perché, come è noto, nell’esecutivo ci sono forze politiche contrarie all’adozione. Secondo, perché così si otterrebbe proprio quello che Matteo Renzi ha cercato accuratamente di evitare. Cioè coinvolgere il governo in questa materia. Ma è stato proprio tenendolo defilato, spiegano i renziani, che il presidente del Consiglio è riuscito a far fare passi avanti a una legge che da circa dieci anni (dall’epoca dei Dico) il centrosinistra cerca in qualche modo di mandare in porto senza riuscirci.
Lo stesso Renzi aveva detto all’epoca delle primarie che la legge avrebbe dovuto garantire la SA, parlando del caso di due sue collaboratrici, Letizia e Teresa:
Il rischio che la promessa finisca per essere cancellata è concreto. Ma a quanto pare il premier pensa che affrontare l’aula sia la scelta migliore rispetto alla ritirata strategica dello stralcio, che forse porterebbe a una rapida approvazione della legge, ma sarebbe un testo depotenziato rispetto a premesse e promesse.
Il Partito Democratico e la Stepchild Adoption
Anche Matteo Orfini, a colloquio oggi con La Stampa, conferma che il PD non arretrerà. «La libertà di coscienza l’abbiam o lasciata anche noi, ma la leadership ha detto cosa ne pensa: sarebbe importante che anche i coraggiosissimi leader del M5S si esprimessero, altrimenti non vorrei che la libertà di coscienza fosse una fuga dalle responsabilità». In realtà ieri molti senatori e onorevoli del M5S si sono schierati a favore della legge e c’è chi ha criticato aspramente la scelta del direttorio e del blog. Anche se alcuni – come Luigi Di Maio – fiutando la buriana hanno deciso di rimandare la loro presa di posizione ufficiale.
La soluzione è lo stralcio della stepchild adoption?
«No. L’ipotesi è stata discussa e superata già qualche settimana fa».
Avanti quindi col ddl Cirinnà?
«Noi riteniamo che la legge debba essere approvata con questo impianto, stepchild inclusa».
Lei dice «noi», ma anche nel Pd ci sono grossi dubbi…
«C’è un dibattito, come tutti sanno. Ma ne abbiamo discusso in Direzione, abbiamo limato il testo, qualche emendamento che dettaglia alcune questioni sarà ancora accettato: non prendo in considerazione l’ipotesi che la legge non passi con anche la stepchild».
Intanto il fronte medioevale esulta. Ieri Angelino Alfano, con la consueta eleganza, ha twittato felice del fatto che un altro partito conti molto più del suo e possa essere decisivo per qualcosa, a differenza di NCD:
Mentre Roberto Formigoni ha deciso di concorrere alla premiazione per il tweet più miserabile dell’anno:
Attendiamo la risposta di Gasparri, ma sarà dura stavolta superarlo.