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Stefano Zaghis: l’amministratore grillino di AMA vuole discarica e termovalorizzatore

neXtQuotidiano 14/12/2019

«Discariche e termovalorizzatori servono. Se mi dicono di non farli allora aumenterà la tariffa rifiuti per i romani»

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Quando il MoVimento 5 Stelle di Roma ha nominato Stefano Zaghis come amministratore di AMA aveva promesso l’approvazione del bilancio 2017 secondo i canoni del Comune di Roma (ovvero con la rinuncia ai crediti nei confronti del Campidoglio) e la risoluzione dei problemi dei rifiuti in città. Dopo qualche mese, il bilancio non è stato ancora approvato perché Zaghis non ha intenzione di firmare una carta che potrebbe finire per avviare azioni di responsabilità nei suoi confronti e, soprattutto, dice pubblicamente che per risolvere il problema dei rifiuti in città ci vogliono una discarica e un termovalorizzatore. Lo fa oggi in un’intervista al Messaggero:

«Il termovalorizzatore serve, nel piano industriale di Ama uno scenario lo prevede. Se mi dicono di non farlo, basta avere chiaro che senza impianti la Tari aumenta. Io guardo anche al contingente e dico “Houston, dal 16 gennaio abbiamo un grande problema”perché chiude la discarica di Colleferro. Ama è in grado di realizzarne una anche in tre mesi. È necessaria. Se mi dicono di non farla, ho pronto un piano di emergenza, un’intesa con Hera, la multi-utility dell’Emilia-Romagna, che accoglierà un quantitativo aggiuntivo di rifiuti per 18milioni di euro. Ma lo ripeto: inviare rifiuti fuori costa sempre di più, di questo passo sarà inevitabile intervenire sulla Tari».

Nel piano industriale lei parla di termovalorizzatori. Il Movimento 5 Stelle è nato facendo la guerra ai termovalorizzatori.
«Noi consegniamo all’azionista, Roma Capitale, un piano con vari scenari: se vuole che Ama gestisca direttamente il 25, il 50, il 75 per cento dei rifiuti. Se non fai nulla, devi acquistare il servizio da qualcun altro e la Tari aumenta. Serve una operazione di verità. Noi applichiamo la Direttiva 851 del 2018 dell’Unione Europea, che parla di riciclo non di differenziata. In Italia la differenziata è al 58 per cento, ma non tutto va al riciclo, il 13 per cento è scarto che finisce in discarica. La Cina ha chiuso le frontiere e non accetta più plastica e carta, di tutto questo dobbiamo tenere conto. A Roma la differenziata può arrivare al 55 per cento nel 2025, dobbiamo pensare al restante 45».

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La sindaca nel 2017 approvò un piano in cui parlava di differenziata al 65 per cento già quest’anno. Tutto dimenticato. Ora cosa farete?
«A Roma da sette anni non si fa pianificazione. Nel 2013 è stato sbagliato chiudere la discarica di Malagrotta senza prima concordare con la Regione un serio piano di impianti alternativi. Secondo me è stato anche un errore chiudere il tmb di via Salaria, senza averne pronto un altro. Per scrivere il piano industriale abbiamo preso come esempio la Regione che anche dall’Unione europea porta ad esempio, l’Emilia-Romagna. Lì c’è un termovalorizzatore per provincia. Hanno chiuso il ciclo dei rifiuti. Noi puntiamo a ridurre la produzione di Co2. Avere impianti significa anche evitare i viaggi dei camion che producono inquinamento».

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