Stefano Natalini, l’omicidio di Bazzano e la legittima difesa

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-12-06

Indagato per omicidio preterintenzionale per la morte di un giovane all’esterno della villa che custodiva a Bazzano (Bologna) avvenuta all’alba di ieri durante un tentativo di furto. Ha sparato cinque colpi, uno ha raggiunto la vittima alle spalle

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Stefano Natalini, 68 anni, è indagato per omicidio preterintenzionale per la morte di un giovane all’esterno della villa che custodiva a Bazzano (Bologna) avvenuta all’alba di ieri durante un tentativo di furto. A quanto si sa, il custode sentendo alcuni rumori ha sparato per cinque volte dalla finestra ed un colpo ha raggiunto uno dei presunti ladri, un giovane tra i 20 e i 25 anni privo di documenti. Le indagini di inquirenti ed investigatori proseguiranno oggi: sono in programma i rilievi balistici per capire se il colpo mortale sia stato diretto o di rimbalzo.

Stefano Natalini, , l’omicidio di Bazzano e la legittima difesa

Secondo gli inquirenti (l’indagine è in mano alla pm di Bologna Manuela Cavallo) intorno alle 4 del mattino l’uomo, assieme ai suoi complici, si era introdotto nel podere della famiglia Garagnani. Qui la banda sarebbe riuscita a forzare la porta di uno dei casolari (la villa patronale ha annessi quattro fabbricati) da cui sono stati presi gli attrezzi e poco altro. Successivamente, il gruppo avrebbe tentato di introdursi nell’abitazione del custode, l’unico a vivere nella proprietà con la moglie. A quel punto ci sarebbe stata la reazione di Natalini, che deteneva legalmente l’arma. Il custode, all’arrivo dei carabinieri, chiamati dalla moglie, ha detto di aver sparato in diverse direzioni, ma «non contro i ladri, non volevo uccidere nessuno». Sta di fatto che uno dei proiettili partiti dal primo piano ha colpito il ladro alle spalle mentre era in fuga.

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Il morto, non ancora identificato, sarebbe di età compresa tra i 20 e i 25 anni. Portava scarponi, jeans spessi e un giaccone nero. Nero anche il berretto di lana calato sulla fronte. Era disarmato e accanto al corpo è stata travata solo una piccola torcia elettrica. Secondo gli inquirenti è il componente di una “batteria” che nella fuga lo ha abbandonato dietro di sé. Nei campi poi è stata trovata anche la refurtiva. Si tratterebbe di uno di quelle bande che arrivano da fuori zona e battono a tappeto case e attività commerciali da razziare.

Il custode di villa che spara a Bazzano

Interrogato per due ore e mezzo, l’uomo è indagato, a piede libero, per omicidio preterintenzionale e non per omicidio volontario. Un’ipotesi “temporanea”, ha spiegato l’avvocato Giovanni Donati, in attesa di capire meglio i contorni della vicenda. Nel pomeriggio la procura diretta da Giuseppe Amato aveva detto di star verificando le modalità di esplosione del colpo, ragionando sugli spazi di applicabilità della legittima difesa o dell’eccesso colposo. E’ stata la moglie a chiamare subito i Carabinieri che, una volta raggiunta la villa e informato il pm Manuela Cavallo, hanno avviato le indagini per ricostruire l’accaduto. Agli investigatori, il 68enne, incensurato e da tempo impegnato nella cura della dimora, che in passato aveva già subito furti, ha riferito di avere sparato perché, sentendosi minacciato, voleva intimidire e spaventare chi stava cercando di entrare in casa. Poco prima, hanno ricostruito i militari della Compagnia di Borgo Panigale e del Nucleo Investigativo del comando provinciale di Bologna, era stata manomessa la porta di accesso di un capanno di servizio, sempre nell’area della villa, ed erano stati portati via alcuni attrezzi agricoli rinvenuti poco distante.

In più, nella notte, sono stati a messi a segno altri furti e tentate effrazioni ai danni di alcune attività nei dintorni. Il titolare di una azienda, accanto alla dimora storica, ha anche riferito ai militari di avere visto, dalle immagini delle telecamere di sorveglianza installate a guardia della sua impresa, un gruppo di persone aggirarsi a piedi nella notte nei campi. Il 68enne, insieme alla moglie, dopo gli accertamenti della mattinata è stato accompagnato in caserma a Bologna, mentre nei dintorni della sua abitazione un consulente balistico, nominato dalla Procura, ha eseguito i rilievi per determinare le traiettorie dei cinque colpi. Insieme ai rilievi della Sezione Investigazioni Scientifiche dell’Arma, la sua relazione e quella medico-legale, per chiarire come è morto il giovane il cui corpo è stato rinvenuto a circa 20 metri da una delle finestre da dove sono partiti gli spari, saranno fondamentali per definire i contorni della vicenda. A quanto hanno appurato le indagini, la persona deceduta è stata colpita da un solo colpo di proiettile.

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