Davide Barillari: il grillino che chiedeva il metodo Stamina nel Lazio

di Chiara Lalli

Pubblicato il 2015-02-17

La Regione Lazio risponde all’interrogazione urgente sulla somministrazione della cura-bufala negli ospedali romani

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Era giugno quando Davide Barillari si domandava se negli ospedali del Lazio si dovesse somministrare Stamina con una interrogazione urgente (per poi spiegare che il M5S chiedeva solo informazioni su un tema complesso…).
barillari su stamina lazio
L’INTERROGAZIONE
«“Verificare la disponibilità” degli ospedali presenti nel Lazio “a dare esecuzione alle ordinanze che impongono la somministrazione della terapia secondo la metodologia stamina”. Nel giorno in cui il ministro della Salute Beatrice Lorenzin si dice “sconcertata” per la sentenza che arriva dal tribunale di Pesaro e che autorizza le infusioni del metodo Stamina su un bimbo di tre anni affetto dal morbo di Krabbe, spunta un’interrogazione targata 5 Stelle e rivolta al governatore della Regione Lazio, Nicola Zingaretti» (M5S, proposta shock: “Sperimentare Stamina negli ospedali del Lazio”, 12 giungo 2014, la Repubblica). «“Il tema è delicato e complesso – spiega Barillari – e anche all’interno del Movimento 5 Stelle non c’è una posizione univoca”. Il consigliere pentastellato racconta di aver incontrato negli scorsi mesi sotto al Parlamento numerosi parenti di malati che manifestavano a favore del metodo Stamina. “Voglio dare voce ai cittadini che hanno chiesto un’informazione, non voglio prendere una posizione su questo tema”. Eppure l’interrogazione chiede esplicitamente in quali strutture ospedaliere regionali sarebbe possibile sperimentare la cura. “Abbiamo chiesto solo se è applicabile nel Lazio, non chiediamo un impegno alla Regione”. Poi, rispondendo su Twitter a un utente che chiedeva delucidazioni, Barillari scrive: “Non siamo né pro ne contro stamina. L’interrogazione riguarda il rispetto delle ordinanze giudiziarie”». Per mesi in tanti hanno continuato a chiamare Stamina metodo e a parlare di «sperimentazione» (come ricorda, tra gli altri, Ilario D’Amato qui).
 
LA RISPOSTA DELLA REGIONE
Dopo aver ricordato che su Stamina non esiste alcuna dimostrazione di efficacia (si rimanda anche al pezzo su Nature, Italian stem-cell trial based on flawed data) e che le autorità sanitaria italiane si sono espresse negativamente, la risposta sottolinea che «Il Sistema Sanitario ha il dovere di fornire ai suoi cittadini cure di provata efficacia, ossia trattamenti in grado di ottenere un beneficio/utilità documentata. È obbligatorio che questa valutazione di efficacia sia effettuata con metodi rigorosi che dimostrino la riproducibilità degli effetti positivi di un intervento, che i suoi risultati siano pubblicati su riviste scientifiche internazionali “peer-review” e che sia esplicitata la presenza di eventuali conflitti di interesse. Questi requisiti rappresentano una garanzia rispetto alla validità di un trattamento e proteggono coloro che a quell’intervento dovranno sottoporsi da false aspettative, evitando di alimentare speranze che, se disilluse, avranno effetti non sempre valutabili ma sicuramente negativi sul benessere psicofisico del paziente e di chi se ne prende, a vario titolo, cura. Nel metodo Stamina queste condizioni non sono in alcun modo soddisfatte».
Stamina Regione Lazio
E bisognerebbe smettere di chiamare Stamina metodo. Si ricorda, infine, che «sono state sospese le cure» (che pazienza, quali cure?) presso gli Spedali Civili (non Ospedali). Per tutte queste ragioni la richiesta non è recepibile e «si conferma l’intenzione di questa amministrazione di fornire l’assistenza più qualificata ai soggetti affetti da gravi e progressive malattie del sistema nervoso centrale».
Stamina Regione Lazio 2

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