Sputnik: i vaccini prodotti in Italia verranno distribuiti in Italia?

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-03-10

Ieri l’azienda Adienne Pharma Biotech, con sede legale in Svizzera ma stabilimento in Brianza, ha annunciato che presto verrà avviata la produzione del vaccino russo Sputnik, che dovrebbe essere avviata nel mese di luglio. Ma questo non significa affatto che le fiale di Sputnik saranno utilizzate sul territorio nazionale

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Ieri l’azienda Adienne Pharma Biotech, con sede legale in Svizzera ma stabilimento in Brianza, ha annunciato che presto verrà avviata la produzione del vaccino russo Sputnik, che dovrebbe essere avviata nel mese di luglio. Ma questo non significa affatto che le fiale di Sputnik saranno utilizzate sul territorio nazionale.

Sputnik: i vaccini prodotti in Italia verranno distribuiti in Italia?

L’annuncio è stato subito tinto di giallo. Prima la regione Lombardia e poi il governo hanno spiegato di esserne all’oscuro, e Repubblica oggi rivela che non solo Palazzo Chigi ha espresso irritazione, ma non ci sarebbe stato neanche il contatto con la Farnesina di cui ha parlato la Camera di commercio italo-russa:

Palazzo Chigi non nasconde la sua irritazione: nulla sapeva prima dell’annuncio. Perché non era previsto: Ema non ha autorizzato. Se mai dovesse mai essere prodotto in Italia il Governo si troverebbe in un cortocircuito: approvare l’export o bloccarlo come con Astrazeneca? C’è poi un ulteriore elemento, cruciale. Ieri la Camera di commercio italo-russa, l’ente milanese privato che ha annunciato l’intesa con l’Adienne, ha fatto intendere che tutto fosse stato fatto in accordo con la Farnesina. A Repubblica però non risulta che sull’operazione Sputnik sia stata fornita alcuna esplicita approvazione da parte dell’ambasciata italiana a Mosca, che si è limitata a mettere in contatto gli italiani con il fondo russo per possibili investimenti. Ma non in ambito vaccini

Inoltre c’è un altro elemento fondamentale. Nonostante l’esultanza della Lega, che parla di sovranità vaccinale per bocca di Salvini da settimane, il vaccino Sputnik potrà essere prodotto in Italia, previa autorizzazione dell’Aifa, ma comunque se l’EMA non darà la sua approvazione non verrà comunque utilizzato per la campagna vaccinale sul territorio nazionale, ma sarà unicamente destinato all’export; lo chiarisce il sottosegretario alla Salute Sileri “Se tu hai la necessità di ampliare il numero di dosi prodotte, e hai delle aziende in Europa in grado di aiutarti nella produzione, le usi. Non ha nulla a che vedere con una possibile autorizzazione di Aifa o di Ema. Si tratta di un accordo fra privati per la produzione” ma anche il Presidente della Camera di commercio italo russa, Vincenzo Trani in una intervista alla Tass: “È importante capire che il processo di produzione non ha nulla a che fare con la vendita dei vaccini. Sono due cose diverse. Penso che se non sarà autorizzato, ci saranno molti altri posti con un disperato bisogno del vaccino”. Lo stesso concetto viene oggi rimarcato sul Corriere:

Per la commercializzazione, l’Italia attenderà il via libera dell’Ema che sarà poi recepito dall’Agenzia italiana del farmaco (Aifa). E questo è un processo che per ora si annuncia piuttosto lungo, visto che i rapporti tra Ema e Fondo russo non sembrano idilliaci. L’organismo europeo che ha sede ad Amsterdam (Milano era candidata quando la sede è stata spostata da Londra ma è stata battuta dalla città olandese), ha avviato un controllo preliminare, ma poi i suoi ispettori dovranno andare in Russia a verificare gli standard di produzione. E questo, secondo alcune indiscrezioni, avverrà solo ai primi di aprile. Perché la Adienne inizi a lavorare in Lombardia servirà invece solo un’autorizzazione dell’Aifa che riguarderà però unicamente questa fase. In sostanza, se l’Ema non darà poi il nulla osta per l’Europa, lo Sputnik potrà partire da Caponago solo verso Paesi extraeuropei

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