Gli spostamenti tra regioni per le visite ai congiunti: dove sono possibili

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-05-19

Per il Veneto, dopo l’intesa con il Trentino e il Friuli Venezia Giulia, ieri è stata la volta dell’Emilia Romagna. I due governatori, Luca Zaia e Stefano Bonaccini, hanno informato i prefetti di Ferrara e Rovigo, chiedendo la collaborazione delle forze di polizia

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Ci si può muovere per vedere i congiunti nelle province venete che confinano con il Friuli Venezia Giulia, l’Emilia Romagna e la Provincia di Trento. Il tutto, spiega oggi il Gazzettino, in base ad un accordo fatto dai presidenti dei tre territori interessati che prevede «con l’autocertificazione di poter uscire dal Veneto per incontrare parenti, fidanzate e fidanzati».

Gli spostamenti tra regioni per le visite ai congiunti: dove sono possibili

Per il Veneto, dopo l’intesa con il Trentino e il Friuli Venezia Giulia, ieri è stata la volta dell’Emilia Romagna. I due governatori, Luca Zaia e Stefano Bonaccini, hanno informato i prefetti di Ferrara e Rovigo, chiedendo la collaborazione delle forze di polizia, ricordando che «la decisione è stata assunta in ragione della positiva evoluzione dello stato epidemiologico, e a fronte dell’esigenza manifestata da numerosi cittadini residenti nelle due province». Ferrara e Rovigo sono stati due dei territori meno colpiti dall’emergenza Covid. Per quanto riguarda i territori veneti confinanti con Lombardia e Alto Adige, al momento non sono previste possibilità di spostamento tra congiunti.

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L’emergenza Coronavirus in Veneto (Il Gazzettino, 19 maggio 2020)

 

Intanto il Veneto e il Friuli sono le uniche due Regioni – ma da ieri c’è anche la Provincia autonoma di Trento – che hanno deciso di obbligare i propri cittadini a indossare la mascherina sempre. Ma è un obbligo che durerà fino al 2 giugno: dal 3 si tornerà nell’alveo del decreto del presidente del Consiglio dei ministri e quindi la mascherina servirà solo per i luoghi pubblici e per quando le distanze sono inferiori a un metro. Troppo care le multe da 400 a 3.000 euro, come ha obiettato la consigliera regionale del Pd Anna Maria Bigon.

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