Le regole per le spiagge libere e gli stabilimenti

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-05-12

Per le spiagge libere si chiamano in causa gli enti locali. Devono definire «puntualmente le modalità di accesso e fruizione». Nei punti di accesso vanno messi cartelli con indicazioni sui comportamenti da tenere

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Arrivano nuove regole per spiagge libere e stabilimenti nell’estate dell’emergenza Coronavirus SARS-COV-2 e COVID-19. Repubblica spiega oggi che il Covid cambierà anche il modo di andare al mare di chi non sceglie uno stabilimento, tra associazioni che gestiranno gli spazi, cartelloni informativi e spazi tracciati per assicurare la distanza tra gli ombrelloni.

Il testo sull’estate al mare è pronto. «È un documento tecnico nostro e dell’Istituto superiore di sanità, che viene valutato dal Comitato tecnico scientifico per supportare il decisore politico nelle sue scelte — spiega Sergio Iavicoli, direttore del dipartimento di medicina, epidemiologia, igiene del lavoro e ambientale dell’Inail e membro del comitato dei tecnici — Il punto qualificante è l’invito alle amministrazioni a gestire i vari aspetti, dalla mobilità privata e pubblica alle infrastrutture, valutando l’indice di affollamento delle spiagge. Chiediamo ai Comuni, di far registrare le persone anche usando app che permetta di prenotarsi nelle spiagge più affollate».

Il documento parte dagli stabilimenti, punto di riferimento anche per le spiagge libere. Il distanziamento dovrà essere rispettato anche in acqua. Si chiede di favorire la prenotazione, anche per poi ricostruire i contatti di eventuali contagiati, e di usare il pagamento senza contanti. Inoltre vanno previsti per i clienti, è scritto nel testo, «percorsi/corridoi di transito differenziati per direzione». Gli ombrelloni devono essere assegnati preferibilmente sempre alla stessa famiglia se si ferma per più giorni. Sarà il personale ad accompagnare i clienti agli ombrelloni. In caso di brutto tempo e pioggia vanno previste misure anti assembramento.

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Le regole per le spiagge (Corriere della Sera, 12 maggio 2020)

Poi ci sono le distanze da rispettare:

Quella minima tra le file di ombrelloni è di 5 metri e quella tra gli ombrelloni della stessa fila di 4,5. Comunque sia, lettini, sdraio e sedie dovranno essere ad almeno 2 metri dall’ombrellone più vicino. Sono vietate «attività ludico-sportive che possono dar luogo ad assembramenti e giochi di gruppo». Le piscine degli stabilimenti devono restare chiuse. Ci vuole una vigilanza specifica sul rispetto del distanziamento da parte dei bambini. Nello stabilimento va indossata la mascherina finché non si raggiunge l’ombrellone.

Per le spiagge libere si chiamano in causa gli enti locali. Devono definire «puntualmente le modalità di accesso e fruizione». Nei punti di accesso vanno messi cartelli con indicazioni sui comportamenti da tenere. «Anche al fine di favorire il contingentamento degli spazi, va preliminarmente mappato e tracciato il perimetro di ogni allestimento di ombrellone, sdraio e sedia. Ad esempio con il posizionamento di nastri». Le regole sulle distanze sono quelle degli stabilimenti. Si individuerà così il massimo di capienza della spiaggia «anche definendo turnazioni
orarie» e prenotazioni di spazi anche online. Vanno poi evitati assembramenti sulla battigia e assicurate pulizia e igienizzazione. Si propone di far gestire le spiagge libere a enti e associazioni di volontariato. Infine i soccorritori, in ogni tipo di spiaggia, dovranno adottare procedure alternative alla cosiddetta “respirazione bocca a bocca”.

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