Spesa pubblica, grasso che cola?

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2014-09-08

Qualche mito da sfatare prima della #svoltabuona (TM)

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Per Renzi occorre tagliare la spesa pubblica perché c’è “troppo grasso che cola”. Ma i dati raccontano tutt’altra verità. In queste infografiche – tratte da Perri e Realfonzo, Economia e Politica su Keynesblog – mettiamo a confronto mito e realtà. E scopriamo che la spesa pubblica italiana, al netto degli interessi, ha delle caratteristiche precise rispetto a quella di tanti altri paesi europei. Non solo:


Concludono gli autori dell’articolo:

I problemi delle finanza pubblica italiana e dell’economia italiana non stanno in un eccesso di spesa statale. Per ciò, continuare con la vecchia ricetta dei tagli alla spesa pubblica rischia di lasciare pericolosamente nell’ombra le cause di fondo dei problemi italiani, che riposano nelle distorsioni del meccanismo delle entrate, nella scarsa competitività del nostro apparato produttivo, nell’insufficienza della domanda aggregata.
Anche i recenti buoni propositi, di diminuire il cuneo fiscale sul lavoro al fine di rilanciare la domanda, rischiano di innescare ulteriori problemi, almeno se si pensa di finanziarli completamente attraverso tagli della spesa pubblica. Come mostrato infatti da diversi studi, almeno nel breve periodo, il moltiplicatore fiscale della spesa è ben maggiore rispetto al moltiplicatore delle tasse. E ciò significa che ulteriori tagli alla spesa pubblica rischiano di avere un effetto negativo sul Pil maggiore di quanto sia l’effetto espansivo dovuto all’abbassamento della pressione fiscale. Insomma, la spesa pubblica italiana non è elevata. In una grave crisi come quella che stiamo affrontando, bisognerebbe andare ben oltre i vincoli europei sulla finanza pubblica ed espandere la spesa. Essa andrebbe poi ampiamente riqualificata. Di certo, non tagliata.

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