Lo spaccio a chiamata a Roma

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-07-30

Nelle zone più centrali i pusher cambiano metodo: individuano l’acquirente e inviano l’intermediario. Le indagini sono più complicate

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Se la mappa dello spaccio a Trastevere è molto ampia e rende difficile la vita di chi deve indagare, sono diverse le zone nei quartieri centrali o semicentrali come San Lorenzo, Testaccio, Esquilino, Ostiense, Pigneto, Ponte Milvio, dove trovare soprattutto hashish e marijuana. Lo confermano i dati dei sequestri e degli arresti effettuati dai commissariati di Polizia. E soprattutto, spiega oggi Il Messaggero, c’è un nuovo metodo:

Nelle zone della movida, spiegano gli investigatori, c’è un particolare modus per vendere droga. Il pusher non sta fisso in un posto,come accade nelle cosiddette “piazze chiuse” delle periferie (da San Basilio a Tor Bella Monaca), protette dalle vedette, ma seguono il “modello” Trastevere. Nelle strade dei locali, gli spacciatori si spostano passeggiando, annusano l’aria e intercettano chi è “in cerca”.

Una volta individuato l’acquirente, il più delle volte non si palesano in prima persona ma mandano un intermediario che si avvicina al potenziale cliente e gli propone la droga. Lo stesso intermediario, poi, o va in prima persona a prendere lo stupefacente o accompagna l’acquirente dallo spacciatore.

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Lo spaccio a chiamata a Roma (Il Messaggero, 30 luglio 2019)

Le zone elette per lo spaccio, a chiamata e non, sono quelle indicate nell’infografica. Il fenomeno si riduce d’estate, perché gli spacciatori cercano nuovi clienti nelle località marittime vicino alla Capitale. L’offerta segue la domanda, insomma. Alla faccia della Legge di Say.

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