“Sovranità alimentare”, “Natalità”, “Made in Italy”: il sovranismo di Meloni passa anche dal lessico

di Asia Buconi

Pubblicato il 2022-10-22

Gli accorgimenti lessicali di Meloni, di fatto, sono tutte proiezioni di una volontà di sovranismo che non può non passare attraverso le parole del nuovo Governo

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Tra le principali novità introdotte dal Governo Meloni figurano senza dubbio la nascita di alcuni Ministeri, come quello per le politiche del Mare e del Sud, e la rinomina di altri, come quello dell’Istruzione che diviene pure del “Merito”, l’aggiunta di “Natalità” e “Famiglia” a Pari Opportunità, “Imprese e Made in Italy” a sostituire Sviluppo, “Sicurezza energetica” assieme ad Ambiente e, ciliegina sulla torta, “Sovranità alimentare” che si unisce ad Agricoltura.

Una chiara dichiarazione di intenti, questa, che passa attraverso il linguaggio, specchio di quel “sovranismo” di cui il Centrodestra, o per meglio dire “destracentro”, come molti lo hanno (giustamente) ridefinito viste le posizioni radicali, si è fatto orgogliosamente portabandiera. E non è un caso che un Ministero così identitario come quello dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare sia finito proprio nelle mani del capo indiscusso del cerchio magico di Giorgia Meloni, quelle del cognato Francesco Lollobrigida.

Il Ministero dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare fa discutere, Boldrini: “Metteranno fuori legge l’ananas?”

Gli accorgimenti lessicali di Meloni, di fatto, sono tutte proiezioni di una volontà di sovranismo che non può non passare attraverso le parole del nuovo Governo. E quindi pure i dicasteri, che di norma agevolano la gestione della cosa pubblica, si trasformano in valori, in riferimenti morali e in battaglie politiche.

Anche se, e lo ha ricordato bene il fondatore di Slow Food Petrini su Repubblica, quello di Sovranità alimentare è nella realtà “un concetto fondamentale per ogni comunità nazionale” che si può spiegare “come il diritto e il dovere di rispettare la produzione agricola locale e ridurre la dipendenza dall’importazione di cibo”. Alla base del concetto c’è pure la volontà di scansare un’eccessiva mercificazione del cibo fondata solo sul profitto ed “evitare che quantità impressionanti di merci vadano avanti e indietro da un continente all’altro con tutto quello che comporta per l’ambiente”. Anche per questo Petrini è convinto che “un ministero così avrebbe dovuto farlo un Governo di sinistra”.

Il problema, però, è che nell’accezione di Giorgia Meloni il concetto di “Sovranità alimentare” rischia di trasformarsi da nobile intento a mera ramificazione del suo sovranismo politico, finendo intriso dunque di significati che non gli appartenevano in origine. Non sorprende quindi l’interrogativo della dem Laura Boldrini, che giustamente si chiede su Twitter: “Ministero dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare…che vuol dire? Metteranno fuori legge l’ananas?”.

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