La criminalità organizzata ha ucciso Soumayla Sacko?

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-06-04

Gli inquirenti non formulano al momento un’ipotesi precisa, ma le indiscrezioni portano alla criminalità organizzata per cui Soumayla potrebbe aver pagato una “invasione di campo”

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La persona che ha sparato i quattro colpi di fucile da una settantina di metri, letali per Soumayla Sacko, il ragazzo 30enne del Mali ucciso ieri a San Calogero, nel Vibonese, era già sul posto quando la vittima è arrivata nella fabbrica dismessa di san Calogero (Vv) insieme con due connazionali. Lo scrive l’agenzia di stampa AGI segnalando quanto emerso dai rilievi effettuati dai Carabinieri della compagnia di Tropea che conduce le indagini. Gli inquirenti non formulano al momento un’ipotesi precisa, ma le indiscrezioni portano alla criminalità organizzata per cui Soumalia potrebbe aver pagato una “invasione di campo” commessa quando, insieme con due connazionali, ha tentato di portar via delle lamiere dalla fabbrica dismessa in cui è avvenuta la tragedia.

La criminalità organizzata ha ucciso Soumaila Sacko?

Stamattina Massimo Bordin nella rassegna stampa di Radio Radicale ha detto che l’omicidio di Sacko ricorda quello di Placido Rizzotto, il sindacalista dei braccianti ammazzato dalla mafia nel maggio ’48 su ordine di Luciano Liggio. I tre migranti, tutti con regolare permesso di soggiorno, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, stavano raccogliendo materiale nell’area dell’ex fornace “La Tranquilla” del centro del Vibonese, quando un uomo è sceso da una Fiat Panda premendo quattro volte il grilletto di un fucile. La fabbrica è sotto sequestro da dieci anni per cui non esiste nessun proprietario che possa lamentare il furto del materiale abbandonato, a differenza di quanto era stato scritto in un primo momento su un presunto furto subito dal proprietario dell’immobile.

soumaila sacko
Vignetta di Vauro su Facebook

 

Soumayla era iscritto al sindacato USB e viveva in una baraccopoli che ospita centinaia di persone nella vicina San Ferdinando in provincia di Reggio Calabria. Il suo impegno era dedicato alla difesa dei diritti dei braccianti agricoli sfruttati nella Piana di Gioia Tauro e costretti a vivere in condizioni fatiscenti in baraccopoli o nella tendopoli di San Ferdinando allestita dalla Protezione Civile. Per oggi l’Unione Sindacale di Base ha indetto una giornata di sciopero dei braccianti agricoli. Per prevenire possibili disordini, la zona è presidiata dalle forze dell’ordine. Nel 2010, il ferimento di un immigrato innesco’ una rivolta sedata a fatica dalle forze di polizia, mentre nel gennaio scorso una giovane donna morì in un rogo nella tendopoli.

Leggi sull’argomento: Sacko Soumayla: l’uomo ucciso a fucilate in Calabria

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