Sacko Soumayla: l’uomo ucciso a fucilate in Calabria

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-06-03

La sparatoria è avvenuta nei pressi del bivio per la frazione Calimera del comune di San Calogero, nel vibonese. Un uomo è sceso da una vecchia Panda e ha sparato a quattro persone che raccoglievano lamiere

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Un uomo è morto e altri due sono stati feriti da colpi di fucile sparati sabato sera in una zona a cavallo fra le province di Vibo Valentia e Reggio Calabria. Nella notte è deceduto in ospedale un 30enne, Sacko Soumayla, proveniente dal Mali. La sparatoria è avvenuta nei pressi del bivio per la frazione Calimera del comune di San Calogero, nel vibonese.

Sacko Soumayla: l’uomo ucciso a fucilate in Calabria

Ancora da chiarire la dinamica dei fatti ma secondo la polizia i tre si trovassero nella località Ex Fornace per compiere un furto, una ricostruzione smentita dagli amici. Il cittadino del Mali è stato trasportato nel reparto di neurochirurgia dell’ospedale di Reggio Calabria dove è deceduto. Sull’episodio hanno avviato indagini i carabinieri del Comando provinciale di Vibo Valentia e in serata si è tenuta riunione d’urgenza del coordinamento delle forze di polizia nella Prefettura di Reggio Calabria. I tre migranti vivevano nell’area della tendopoli di San Ferdinando in cui soggiornano i braccianti impegnati nei campi nella piana di Gioia Tauro e per questo è stata decisa l’ulteriore intensificazione dei controlli nella zona.

sacko soumayla

Sacko Soumayla è stato colpito nella località denominata ex Fornace. Soumali era regolare in Italia così come i due feriti. Successivamente le indagini dei carabinieri, coordinate dalla Procura di Vibo Valentia, tendono ad escludere che i tre migranti stessero compiendo un furto in quanto non esiste nessun proprietario che possa rivendicare l’asportazione del materiale (lamiere) abbandonato. Le forze dell’ordine hanno comunque rafforzato i presidi che si trovano nella zona. Attualmente nella tendopoli allestita dalla Prefettura vi sono circa 800 migranti mentre 3-400 vivono a poche centinaia di metri nella vecchia baraccopoli dove un incendio, nel gennaio scorso, provocò la morte di una giovane migrante e la distruzione di circa 200 baracche. Incendio che secondo le indagini era stato di natura dolosa. Una donna nigeriana di 47 anni, Lise Emike Potter, è stata infatti arrestata dalla polizia di frontiera a Courmayeur con l’accusa di essere la mandante dell’incendio che provocò la morte di una 26enne anche lei nigeriana, Becky Moses.

Le lamiere da raccogliere e gli spari

Uno dei giovani maliani rimasti feriti, Drane Maoiheri, di 39 anni, ha detto: “Stavamo raccogliendo delle lamiere quando si è fermata una Fiat Panda bianca vecchio modello ed è sceso un uomo con un fucile che ci ha sparato contro 4 volte”. L’uomo è rimasto ferito di striscio ad una gamba ed stamani è già tornato alla baraccopoli di San Ferdinando dove vive con l’altro ferito. E proprio la vendetta per il furto delle lamiere è l’ipotesi su cui si sono concentrate le attenzioni degli investigatori.

tendopoli san ferdinando

Soumali viveva nella nuova tendopoli allestita nell’area industriale di San Ferdinando mentre gli altri due nella vecchia tendopoli che si trova a poche centinaia di metri dalla prima e caratterizzata da baracche tirate su alla meglio dai migranti. E le lamiere sono una delle componenti fondamentali per le baracche. Così, ieri pomeriggio, i due cittadini maliani che poi sono rimasti feriti, hanno deciso di andare a piedi in un vecchio stabilimento abbandonato nelle campagne di San Calogero (Vibo Valentia). E Soumali, che non ne aveva bisogno, ha deciso di aiutarli.

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