Quando il sottosegretario alla Salute Gemmato inneggiava all’antisemita Julius Evola

di Asia Buconi

Pubblicato il 2022-11-15

Gemmato è stato travolto da un nuovo polverone per una foto del 2015 da lui pubblicata che mostra l’adesivo “Meno ebola, più Evola”

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Non si placano le critiche che hanno travolto il sottosegretario alla Salute del Governo Meloni Marcello Gemmato. Dopo essere finito al centro delle polemiche per le sue ambigue posizioni sui vaccini anti-Covid (la cui reale efficacia nel mettere fine alla pandemia, secondo lui, non è dimostrabile), adesso il sottosegretario del dicastero guidato da Orazio Schillaci è stato travolto da un nuovo polverone. Il motivo? Una foto risalente al 2015 da lui pubblicata su Facebook che mostra un adesivo con scritto “Meno ebola, più Evola”, chiaro riferimento all’antisemita Julius Evola. A descrizione del post, l’eloquente frase “Indicazioni sanitarie”.

Per comprendere la gravità del post di Marcello Gemmato occorre anzitutto ricordare chi fosse il filosofo e scrittore Julius Evola, le cui tendenze ideologiche erano in gran parte vicine al fascismo e al nazionalsocialismo. Evola fu  promotore di diverse teorie del complotto di impostazione antisemita e razziste, unite ad una visione del mondo caratterizzata dalla magia e dall’occulto. Nel dopoguerra, affermò di aver ricevuto apprezzamenti da Mussolini per alcune impostazioni: in particolare, il ritorno alla romanità e una teoria della razza in chiave spirituale, che propugnò in un’ampia serie di scritti.

marcello gemmato

Marcello Gemmato sostiene che non è detto che i vaccini siano stati efficaci contro il Covid

Oggi a finire al centro delle polemiche erano state le posizioni di Gemmato sui vaccini espresse nel corso della trasmissione “Restart-L’Italia ricomincia da te” (in onda su Rai2). Durante la puntata, il sottosegretario alla Salute ha affermato: “Registro che per larga parte della pandemia, l’Italia è stata prima per mortalità e terza per letalità, quindi questi grandi risultati non li vedo raggiunti”.

Da qui la risposta del vice-direttore del Corriere della Sera, Aldo Cazzullo, che è intervenuto con una frase laconica: “Senza vaccini sarebbe stato magari peggio”. Ma Gemmato, a quel punto, non ha voluto rispondere direttamente e ha detto: “Questo lo dice lei, non abbiamo l’onere della prova inversa. Ma io non cado nella trappola di schierarmi a favore o contro i vaccini”.

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