“Sostenere Draghi la più grande minch**** del Movimento 5 Stelle”. Parola di Di Battista

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-04-30

L’affondo su Facebook dell’ex grillino, che commenta così la nomina della ministra Gelmini di un condannato e amico di Verdini nel proprio staff. E aggiunge…

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Toh, chi si rivede. Torna a parlare Alessandro Di Battista, e lo fa, come di consueto, senza mandarle a dire. Il palco improvvisato dell’ultima sparata di “Dibba” è Facebook, e in particolar modo un post a firma Andrea Scanzi dedicato al caso Gelmini. L’attuale ministro agli Affari regionali ha, infatti, nominato all’interno del suo staff condannato in primo grado per bancarotta fraudolenta insieme a Denis Verdini, per uno stipendio mensile che si aggira intorno ai 10.000 euro.

“Una bella idea, vero?” commenta Scanzi. “Ma c’è di più, perché all’epoca la Presidenza del Consiglio si costituì parte civile (la vicenda riguardava fondi per l’editoria), ottenendo il risarcimento dei pagamenti da Parisi. Lo stesso Parisi che, adesso, verrà stipendiato dalla Presidenza del Consiglio (di cui il Dipartimento Affari Regionale fa parte).”

Non manca, sul finale, una stoccata al cosiddetto “governo dei migliori”, con ovvio riferimento al governo Draghi che buona parte dell’ala grillina ortodossa (o ex grillina) non ha mai digerito: “Non trovate tutto questo meraviglioso? Viva il governo dei migliori”.

Un’occasione troppo ghiotta per Alessandro Di Battista. Che, un po’ a sorpresa (in giro su Facebook, sopratutto ultimamente lo si vede poco) compare tra i commenti e, facendo eco al giornalista del “Fatto”, va all’attacco in maniera persino più vigorosa:

“Sostenere questo governo è stata la minchiata più grossa del Movimento 5 Stelle. Significa, di fatto, dare copertura politica a quest’indecenze”.

Una posizione nota, quella di Di Battista, che sotto quel post, in una pagina da 2 milioni di follower, in larga parte di fede grillina, era destinata a spaccare in due la platea tra i tantissimi che approvano l’affondo dell’ormai ex deputato 5 Stelle (con tanto di quasi 9mila like), chi gli chiede di ripensarci e tornare indietro e chi, invece, non gli perdona di essersene andato e di picconare da fuori il Movimento in un momento così delicato del suo percorso e del Paese.

 

 

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