Fact checking
Marcello Sorgi: quando al giornalista vip rubano il profilo Twitter
neXtQuotidiano 01/09/2014
L’editorialista della Stampa ed ospite di tanti salotti televisivi alle prese con misteriosi hacker. Vediamo com’è andata, e verifichiamo cosa dice nel suo racconto sul quotidiano torinese
Marcello Sorgi è giornalista, editorialista della Stampa e spesso ospite dei salotti televisivi, racconta oggi sul giornale di Torino che gli è stata rubata l’identità su Twitter. Il racconto è gustoso e va commentato, perché rappresenta l’archetipo del rapporto con le nuove tecnologie di una grossa fetta della società italiana: i tecnolesi. La vicenda comincia con lo smarrimento di un iPad in aereo, e dalla conseguente visita a un negozio Apple, dove Sorgi trova un commesso assai premuroso:
L’esperto commesso del negozio in cui avevo comperato l’iPad mi ha interrogato a lungo per capire che tipo di utente fossi.Mi ha compatito quando ho dovuto confessargli che non avevo scaricato l’applicazione che consente di localizzare lo strumento ovunque si trovi, e neppure il codice numerico di sicurezza, o il collegamento con il computer da tavolo. «Ma almeno, la nuvola, ce l’avevi?»,ha concluso sfiduciato. «Credo di sì», balbettavo incerto, conevidente senso di vergogna.La via d’uscita trovata rapidamenteera l’acquisto di unnuovo iPad. Sul quale, grazie ai Cloud, appunto la nuvola,gran parte dei miei files, forse addirittura la totalità, si sarebbero potuti recuperare.
E fin qui, poco da dire: il commento ha giustamente approfittato della condizione del cliente facoltoso, che non ha tanti problemi a portarsi a casa un altro iPad. Stupisce che non abbia però suggerito a Sorgi di cambiare password dell’account, per escludere così la possibilità di utilizzo da parte di chi avesse ritrovato l’iPad smarrito: in teoria il fortunato ritrovatore avrebbe potuto acquistare su iTunes la discografia completa dei Rolling Stones facendo pagare Sorgi. Meglio non sottolineare che probabilmente però il commesso ha fatto il suo dovere, ma uno che scrive “i Cloud” non può certo essersene ricordato. Ora però il giallo si infittisce: Sorgi racconta di non essere riuscito più a loggarsi su Twitter:
Con cadenza regolare, giornaliera e anche pluriquotidiana ,Twitter mi contattava sulla mail, interrogandomi sui motivi dell’abbandono e spronandomi a tornare. «Bastano due minuti del tuo tempo», ripetevano i messaggi: tanto che una mattina decisi di provarci. Mi veniva ovviamente richiestodi digitare ilmio nome e la mia password. Ma appena eseguito l’ordine, la reazione era inequivocabile: username o password sbagliati. «Hai dimenticato la password?», insisteva il messaggio.E alla mia risposta affermativa (pensavo di ricordarla perfettamente, ma non si può mai dire),mi comunicava la stessa password appena scandita. Riscriverla era inutile,si rientrava nello stesso giro. Tal che, dopo una decina di tentativi,decidevo di rinunciarci.
E qui l’affaire si ingrossa. Perché sembra davvero strano che Sorgi abbia ricevuto la password «comunicata» da Twitter, visto che il social network prevede un’altra procedura per il recupero password, che comprende i seguenti passi:
L’unica spiegazione a quanto dice è che Sorgi abbia usato username e password identici, ma non abbia controllato in mail l’arrivo del link per la reimpostazione. Oppure qualcuno si è davvero appropriato del suo account e ha cambiato la mail di riferimento, ma allora perché il giornalista racconta di una password inviata da Twitter? Infine, il ritorno su Twitter. Sorgi racconta di aver deciso di tornare all’attacco quando una collega gli segnala che l’attività del suo account su Twitter non è finita con la sua scomparsa. Strano, visto che l’account non risulta invece attivo:
E quindi, o i tweet sono stati cancellati o Sorgi ha scambiato una frase di cortesia («ti seguo sempre su Twitter») per una storia, senza però verificarne l’attendibilità. Sorgi dice che l’hacker aveva continuato a twittare scambiandosi per lui. La fine della storia è tristissima:
Il devoto hacker che nella mattinata di venerdì mi ha restituito l’identità ha dovuto usare un espediente che aggiunge un ulteriore dose di pirandellismo a questa incredibile vicenda. Per consentirmi di rientrare ha dovuto crearmi un nuovo indirizzo di mail (sorgiposta@gmail.com), una nuova password, e, incredibilmente, anche una terza(dopo la mia originale e quella del falso me che se ne era appropriato) identità:su Twitter non sono più @MarcelloSorgi,che sopravvive, ancorché abbandonato dall’usurpatore, ma @Sorgiscrive.
Quello che sembra evidente dal racconto un po’ confuso è che Sorgi ha semplicemente aperto un altro account twitter, che è questo qui:
Che l’abbia fatto con l’aiuto dell’hacker o meno non è il punto. E non era neppure necessario il cambio di indirizzo. Bastava chiedere aiuto a qualcuno che ne capisce più di lui, come fanno tutti quelli che non ci hanno capito molto di computer e social network.