Adesso Silvio Berlusconi chiede a Meloni il Ministero della Giustizia

di Asia Buconi

Pubblicato il 2022-10-12

Il Cav vorrebbe per sé il Mise e la Giustizia, dove vedrebbe bene il nome dell’ex presidente del Senato Maria Elisabetta Casellati

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Entro domani, giorno dell’insediamento delle Camere, è più che mai necessario un accordo sulla nuova formazione di Governo. E, mentre il tempo stringe, ad ampliare le proprie richieste è Forza Italia, con Silvio Berlusconi che, dopo l’intricatissimo nodo Ronzulli, è tornato a fare richieste alla leader in pectore Giorgia Meloni. Nello specifico, il Cav vorrebbe per sé il Ministero dello Sviluppo Economico (dove vedrebbe bene il coordinatore nazionale azzurro Tajani) e il Ministero della Giustizia, dove invece starebbe pensando al nome di Maria Elisabetta Casellati, ex numero uno di Palazzo Madama e anche lei considerata una “competente” con casacca politica.

Silvio Berlusconi, il retroscena: Giustizia, Mise e Sud in caso di veto su Ronzulli

Maria Elisabetta Casellati come Guardasigilli non è di certo lo scenario preferito da Giorgia Meloni, che per questo ruolo preferisce di gran lunga Carlo Nordio. Quel che è certo è che la probabile futura presidente del Consiglio, pur di chiudere la partita, è pronta ad accettare pure le polemiche che una scelta del genere provocherebbe. Anche perché le mire di Berlusconi, una volta conquistata la Giustizia, sarebbero piuttosto evidenti e problematiche.

Il quotidiano Domani riporta: “La ragione sarebbe quella dei processi ancora in corso contro il fondatore del partito. Avere a via Arenula un alleato o un’alleata permetterebbe di mettere mano alla legge Severino che nel 2013 aveva fatto decadere Berlusconi per il processo Mediaset. La norma, però, rischia di scattare di nuovo entro fine legislatura, rovinando l’ultima avventura politica del cavaliere. È infatti probabile che prima del 2027 arrivi il giudizio finale sul processo Ruby ter: se Berlusconi fosse condannato, decadrebbe una seconda volta dal suo nuovo incarico in Senato”.

Nonostante questo, il nodo Ronzulli rimane il principale: Meloni ai suoi avrebbe detto di volere “un governo con le persone giuste al posto giusto, non come quello di Berlusconi nel 2008”. Ma, stando a un retroscena riportato dal Corriere della Sera, “se il Cav insisterà per avere la Ronzulli, un posto si troverà ma a scapito di altri possibili ministri. Non Tajani, che la leader di FdI vuole agli Esteri”. “Meloni – spiega il Corsera – era orientata sul no: ormai la situazione le sembrava talmente pregiudicata a livello di immagine, dopo le iniziali richieste fatte per la fedelissima del Cavaliere (il ruolo di capo-delegazione al posto di Tajani e un dicastero pesante), che non vedeva opportuna la sua presenza al governo”. Un ragionamento che la leader di FdI “avrebbe spiegato anche alla stessa Ronzulli, in un colloquio riservato ieri. A notte, l’apertura: se ne può parlare, ma peserà sulla bilancia”. Quel che è certo è che nessuna trattativa vale una rottura con Berlusconi, che di fronte al veto di Meloni su Ronzulli avrebbe chiesto appunto “il Mise per Tajani, la Giustizia per Casellati, il Sud per Prestigiacomo oltre che altri ruoli per Bernini, Bachini, Gasparri, Pichetto”.

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