Silvia La Vita: la consigliera M5S condannata a sua insaputa

di dipocheparole

Pubblicato il 2018-03-26

Silvia La Vita, consigliera del MoVimento 5 Stelle a Prato, ha scritto su Facebook un paio di giorni fa di essere stata condannata a sua insaputa a un risarcimento danni. Apprendo da un articolo a paginata intera su La Nazione di essere stata condannata a un risarcimento danni. Curioso, visto che non ho mai ricevuto …

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Silvia La Vita, consigliera del MoVimento 5 Stelle a Prato, ha scritto su Facebook un paio di giorni fa di essere stata condannata a sua insaputa a un risarcimento danni.

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Apprendo da un articolo a paginata intera su La Nazione di essere stata condannata a un risarcimento danni. Curioso, visto che non ho mai ricevuto nessuna notifica dal Giudice di Pace, nè di invito a comparire, nè la sentenza di giudizio per risarcimento danni. Ovviamente Lunedì per scrupolo verificherò presso il Giudice di Pace, oltre a dare mandato ai legali per tale articolo, di cui ho gia’ chiesto rettifica.

La storia è questa: La Vita è stata condannata a risarcire cinquemila euro a Fonderia Cultart per alcuni post su Facebook e dichiarazioni pubblicati fra il 2014 e il 2016, considerati dal giudice «diffamatori». La Vita, racconta La Nazione, aveva partecipato a un tentativo di mediazione dal quale si evince che Fonderia Cultart non aveva querelato la consigliera ma le aveva chiesto un risarcimento danni. Fonderia Cultart era stata accusata di aver avuto incarichi da comune e a quel punto è andata davanti al giudice di pace dove la consigliera è stata citata ritualmente: «La signora La Vita era presente assieme al suo avvocato all’incontro di mediazione del 25 febbraio 2016 – hanno spiegato a La Nazione i soci di Fonderia –. Incontro in cui abbiamo cercato di trovare un accordo amichevole per ottenere una semplice ammissione di colpa dell’interessata, senza però avere la sua disponibilità. Successivamente, l’atto della prima udienza le è stato notificato regolarmente dall’ufficiale giudiziario che è andato alla sua residenza, ma lei non ha ritirato la notifica. L’atto è stato quindi lasciato alla casa comunale a sua disposizione. Il giudice, alla prima udienza del 20 settembre 2016, ha verificato la correttezza della notifica e ha dichiarato la sua contumacia». E’ probabile, dunque, che l’atto non sia stato ritirato.

 

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