Silvia e Paola Zani: le figlie di Laura Ziliani arrestate con l’accusa di omicidio

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-09-24

Il corpo di Laura Ziliani era stato ritrovato sulle rive del fiume Oglio ma non decomposto come sarebbe dovuto accadere normalmente: per i carabinieri ennesimo segnale che il racconto fornito dalle figlie fosse falso

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Sono state arrestate Silvia e Paola Zani, le due figlie prima indagate ed ora accusate dell’omicidio della madre Laura Ziliani. Con loro anche il il fidanzato di Silvia, Mirto Milani. Le operazioni sono cominciate questa mattina a Brescia e nella provincia di Bergamo, dove i Carabinieri hanno arrestato due delle tre figlie della donna scomparsa da Temù nella mattinata dell’8 maggio 2021.

Le indagini, avviate dai militari della Compagnia di Breno parallelamente alle ricerche, hanno evidenziato numerose anomalie nel racconto fornito dai tre arrestati, inducendo i carabinieri e la Procura a ritenere che la versione dell’infortunio o del malore in montagna immaginato dalle ragazze fosse davvero poco credibile. Per queste ragioni, a fine giugno, le due figlie e il fidanzato della più grande, sulla base delle prime indagini, erano stati iscritti nel registro degli indagati con l’accusa di omicidio volontario, aggravato dalla relazione di parentela con la vittima, e di occultamento di cadavere.

Dopo settimane sono state arrestate Silvia e Paola Zani, ree di aver ucciso la madre Laura Ziliani

Il rinvenimento del cadavere lungo la pista ciclabile di Temù, avvenuto nella tarda mattinata dell’8 agosto, ha ulteriormente alimentato le ipotesi degli investigatori. Passeggiando lungo le rive del fiume Oglio, un bambino aveva notato il corpo di una donna in stato di decomposizione, non riconoscibile in volto, parzialmente nascosto tra i rami e le foglie, verosimilmente accumulatesi a seguito dell’esondazione del fiume. Gli orecchini in oro giallo e una cisti presente sul piede destro avevano aiutato la polizia scientifica ad individuare della donna, considerato che al momento del ritrovamento non indossava nessun abito se non dell’intimo.

Durante l’autopsia, il medico legale non aveva rilevato segni di lesioni esterne. Inoltre il corpo non presentava tracce compatibili con una lunga permanenza in acqua: l’ipotesi investigativa è che possa essere stato occultato in un ambiente le cui caratteristiche hanno rallentato il processo di trasformazione e decomposizione.

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