Sileri che vuol rassicurare: “L’estate? In spiaggia senza la mascherina”

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-03-25

Ormai lo conosciamo bene. A chi, mentre faceva zapping, non è capitato di vederlo in tivù?

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Pierpaolo Sileri: classe 1972, chirurgo prima e viceministro di Roberto Speranza poi. Poi ancora, con Draghi, sottosegretario al ministero della Salute. In quota 5 Stelle, ormai tutti (o quasi) abbiamo imparato a conoscerlo bene. Perché qualsiasi giorno della settimana, e a qualsiasi orario si accenda la tivù, c’è una buona possibilità di vederlo lì indiretta. Piace a casa e nei salotti televisivi: è chiaro, tira dritto quando parla, ha la capacità e il dono della sintesi. Non urla. Ma, se deve smentire categoricamente una sciocchezza appena detta da qualche altro ospite in studio, lo fa con garbo, forte di avere sempre la scienza dalla sua. Lo hanno messo in salotti con medici no vax, no mask, con sedicenti scienziati, gente che negava il virus e che faceva tamponi ai kiwi. Ha sempre retto bene. Oggi però, collegato con Radio 1 a Un giorno da Pecora, ha voluto rassicurare (e forse pesando un po’ troppo di ottimismo), e creando falsi aperturismi: “L’estate? In spiaggia mi aspetto che non sarà necessario indossare la mascherina”. Che per carità, è quello che ci auguriamo tutti. Ma quello che per ora ci dicono i numeri è altro.

Paragone contro Sileri
Da Non è L’Arena, La7

Pierpaolo Sileri, il sottosegretario nelle case degli italiani

Forse l’ha detta così, senza pensarci troppo. Ma ha detto anche altro. E stavolta, proprio perché ormai interviene un po’ in qualsiasi trasmissione (bontà sua, lo farà per informare gran parte della popolazione e arrivare aut pubblico orizzontale), lo ha fatto parlando con Radio Cusano Campus:

Vedo un aprile che continuerà con i 21 parametri che governano le Regioni, con delle Regioni che torneranno al giallo, magari anche al bianco. Qualcuna forse rimarrà in rosso, ma poi, oltre alla vaccinazione, la primavera e l’estate ci consentiranno di abbassare ulteriormente la curva.

E sulle 29 milioni di dosi di vaccino immagazzinate ad Anagni e destinate al Belgio ha detto:

Dubito che ci possano essere 29 milioni di dosi imboscate, fosse anche una sola dose sarebbe sbagliato. Ad Anagni il vaccino veniva messo all’interno delle fiale, vuol dire che l’Italia ha la capacità di poter mettere il vaccino nelle fiale che poi vengono mandate in Belgio e distribuite altrove. Bisogna che vi sia chiarezza in tutto questo percorso.

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