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La denuncia di Ranucci: “Tre persone mi seguivano durante l’incontro con una fonte”
Chiara Capuani 23/04/2022
Il giornalista, conduttore di Report, ha dichiarato in un’intervista a La Notizia di essere stato seguito e ripreso durante alcuni suoi colloqui privati con un suo informatore. Al momento la Digos sta indagando.
Non c’è pace per Sigfrido Ranucci. Il giornalista, conduttore della trasmissione d’inchiesta di Rai 3, Report, ha denunciato – in un’intervista rilasciata a La Notizia – di essere stato pedinato (e filmato) durante i suoi incontri con le fonti. “Il mio caposcorta ha scoperto tre persone che mi seguivano e mi riprendevano durante un incontro con una fonte. Su questo indaga la Digos”, ha dichiarato il giornalista.
La denuncia di Ranucci: “Tre persone mi seguivano durante l’incontro con una fonte”
Le ultime vicissitudini raccontate da Ranucci, si inseriscono in un contesto più ampio, di scontro tra il giornalista e una parte del mondo politico che non ha digerito alcune inchieste svolte da Report. La matrice di tutto ha origine in un servizio in cui veniva rivelato un incontro tra l’ex presidente del Consiglio Matteo Renzi e un esponente dei servizi, avvenuto in un autogrill vicino al casello autostradale di Fiano Romano.
La polemica è proseguita fino a quando il Senatore di Italia Viva Davide Faraone ha parlato in Commissione Vigilanza dell’esistenza di una lettera anonima che accusava Ranucci di mobbing e molestie sessuali in redazione. Lo stesso esponente di Iv, da sempre molto vicino a Renzi, aveva poi accusato il giornalista di avergli inviato degli sms in cui lo minacciava dicendogli: “Ho dossier su di voi tutti”, e ancora: “Vi scateno contro le mie telecamere”.
Riferendosi proprio al rapporto conflittuale con una parte della politica, Ranucci ha poi dichiarato che il suo pedinamento altro non è che “la testimonianza che in questo periodo c’è un pericoloso e continuo attentato alla libertà di stampa cercando di colpire le fonti del giornalismo d’inchiesta. È successo con la sentenza del tar che vorrebbe che rendessimo ostensibili le fonti degli enti locali consultati nel corso di un’inchiesta su un avvocato della Lega”.
Secondo Ranucci dunque, l’obiettivo di colpire il giornalismo d’inchiesta (depotenziandolo) è agevolata anche da una sentenza del Tar. Nello specifico, il conduttore di Report, fa riferimento a una sentenza con la quale il Tribunale Amministrativo ha richiesto alla redazione di Report di rendere pubblico la lista degli enti locali consultati mentre portava avanti – nel 2021 – l’inchiesta su Andrea Mascetti, avvocato della Lega.