«Lo sgombero di Casapound? Nel 2030»

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-04-10

Lo calcola oggi il Fatto Quotidiano in un articolo a firma di Vincenzo Bisbiglia in cui si raccontano i ranking per le decisioni sugli sgomberi a Roma

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L’edificio di via Napoleone III che oggi è sede di Casapound verrà sgomberato nel 2030. Lo calcola oggi il Fatto Quotidiano in un articolo a firma di Vincenzo Bisbiglia in cui si raccontano i ranking per le decisioni sugli sgomberi a Roma:

L’edificio di via Napoleone III è inserito nella lista degli 88 palazzi occupati da liberare, stilata dalla Prefettura di Roma in base a un ranking ottenuto dalla somma dei criteri dettati dal ministero dell’In terno, che sono le criticità strutturali e –da qualche mese –la presenza di decreti di sequestro preventivo o di rilascio intimato dall’autorità giudiziaria.

NESSUNO di questi, però, interessa al momento CasaPound. Il palazzo che la ospita e in cui abitano alcune famiglie vicine al movimento di estrema destra si troverebbe molto indietro nella “classifica” della prefettura. Pare non prima della posizione 50. Considerando che a Roma gli sgomberi procedono al ritmo di un’operazione ogni tre mesi (quattro o cinque all’anno) e che altre occupazioni potrebbero aggiungersi alla lista, si calcola che il turno del palazzo di via Napoleone III non arriverà primadel 2030.Salvo, ovviamente, che non subentri un’accelerazione “politica”.

Qualche giorno fa il capo politico M5S chiedeva di “sgomberare CasaPound così come chiunque occupi in modo illegittimo un’abitazione o uno stabile già assegnato a chi ne ha realmente bisogno”. Ma nonostante gli auspici di Di Maio, la tartaruga frecciata per il momento sembra essere in una botte di ferro. Nicola Molteni, sottosegretario leghista all’Interno, conferma al Messaggero che lo sgombero non è prioritario: «Di Maio non ha voce in capitolo al Viminale. La priorità va agli immobili pericolanti, quelli sottoposti a provvedimenti dell’autorità giudiziaria e quelli con infiltrazioni della criminalità organizzata. Detto questo, un’occupazione abusiva è un’occupazione abusiva, punto. Ascoltiamo i consigli di tutti ma non prendiamo ordini da nessuno».

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