I separatori sui mezzi pubblici da settembre

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-08-27

Dal Ministero delle Infrastrutture la proposta di compromesso: sì al pieno carico ma non per più di quindici minuti. Compagni di classe e colleghi saranno considerati congiunti. Obbligo di mascherina chirurgica a bordo e non di un qualsiasi dispositivo di protezione delle vie respiratorie

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Il Messaggero spiega oggi che nella trattativa tra Stato e Regioni sui mezzi pubblici è spuntata l’idea di togliere il metro di distanza e di usare dei separatori nei mezzi pubblici:

Si chiamano separatori, l’idea è di installarli sui mezzi pubblici per dividere i sedili. Solo con questo strumento, che evita il passaggio di droplets da un viaggiatore all’altro, il Comitato tecnico scientifico è disposto a derogare al metro di distanza sul trasporto pubblico locale. Inoltre, si chiede una più efficace aerazione, rigore nell’uso delle mascherine a bordo, ricorso ai pullman privati, aperture delle scuole scaglionate in modo da evitare che tutti gli studenti prendano bus o metro alla stessa ora. Di fatto, è la controproposta del Comitato tecnico scientifico, confezionata al termine di una lunga riunione ieri sera, dopo che in mattinata c’era stata la rivolta dei presidenti di Regione nell’incontro in videoconferenza con il governo. Il limite del metro di distanza, che abbassa al 50-60 per cento la capienza dei mezzi, secondo i governatori è insostenibile.

La nuova proposta del Cts aumenta la capienza al 75 per cento. La ministra delle Infrastrutture, Paola De Micheli, ha provato a mediare, proponendo deroghe per le tratte di quindici minuti e di considerare i compagni di classe come congiunti. Il ministro della Salute, Roberto Speranza, è invece sulla linea della prudenza e ha rimandato le indicazioni agli scienziati del Cts, che hanno anche dato nuovi consigli per le lezioni: mascherina sempre a scuola quando ci si muove, mai quando si è seduti o si fa attività fisica.

La questione non è di secondaria importanza perché le regioni sostengono di non poter lasciar utilizzare in altro modo i mezzi pubblici:

Dal Ministero delle Infrastrutture la proposta di compromesso: sì al pieno carico ma non per più di quindici minuti. Compagni di classe e colleghi saranno considerati congiunti. Obbligo di mascherina chirurgica a bordo e non di un qualsiasi dispositivo di protezione delle vie respiratorie. Le linee guida per il trasporto scolastico, diffuse dal dicastero di Porta Pia per quanto riguarda le deroghe al distanziamento di un metro, prevedono che la capienza massima a bordo degli scuolabus sia consentita nel caso in cui la permanenza degli alunni nel mezzo non sia superiore a 15 minuti. Dunque lo stesso parametro potrebbe essere utilizzato pure per il trasporto locale. Dal Mit fanno sapere perciò che le aziende del tpl stanno studiando i flussi per individuare le corse proibite, ovvero quelle che tra meno di un mese viaggeranno con il pieno carico per più di un quarto d’ora. Il problema però è che nei maggiori centri urbani il tetto dei 15 minuti verrà superato presumibilmente sumolte tratte.

Come se ne esce? Un escamotage in grado di fare la differenza risiede nella definizione più ampia del concetto di congiunti, che se estesa anche a compagni di classe e di lavoro, come proposto dal ministero dei Trasporti, permetterà di dribblare più facilmente i paletti del distanziamento. La De Micheli, dopo i 400 milioni a sostegno del trasporto pubblico locale stanziati dal decreto Agosto, ha garantito che sosterrà la richiesta di ulteriori stanziamenti in autunno.

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