Se la UE chiede all'Italia otto miliardi per far saltare la manovra di Renzi

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2014-10-23

I conti dietro la legge di stabilità e la lettera di Bruxelles. Tra le richieste della commissione e le proposte del governo ci sono tre miliardi di differenza. E non sembrano facili da colmare, in una Legge di Stabilità con coperture ancora tutte da verificare

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Perché il governo ha messo on line la lettera dell’Unione Europea «strictly confidential»? Che la scelta sia stata unilaterale lo testimonia la reazione di Manuel Barroso e Jirki Katainen quando si sono accorti che la lettera era finita sul sito del ministero dell’Economia con in bella vista la dicitura. Ma probabilmente il motivo della pubblicazione della lettera (arrivata ieri, tra l’altro…) risiede proprio in quello che chiede la Commissione Europea nelle righe che dedica all’Italia, e che tra l’altro è frutto delle “trattative informali” della settimana scorsa, dopo l’invio della nota di aggiornamento al Documento Economico Finanziario e l’annuncio della Legge di Stabilità 2015 di Renzi.

strictly confidential lettera UE manovra
La lettera della UE con la dicitura «strictly confidential»

 
CE LO CHIEDE L’EUROPA: OTTO MILIARDI IN TUTTO
La lettera della Ue chiede all’Italia due cose: «perché l’Italia programma di non rispettare il patto di stabilità nel 2015» e «come assicurerà un pieno rispetto degli obblighi della politica di bilancio nel 2015». Dietro questa richiesta c’è un irrigidimento della Commissione: l’Italia, secondo l’ultima richiesta ufficiale, sarebbe dovuta rientrare dello 0,7% del PIL per centrare l’obiettivo di pareggio strutturale a medio termine e non dello 0,1% previsto da Padoan. All’appello mancano quindi altri 9,7 miliardi. Ma la procedura preventiva scatta con una “deviazione significativa” dello 0,5%. Pertanto la lettera di Katainen potrebbe essere “neutralizzata” con una correzione di “soli” altri 6,5 miliardi (0,4% del Pil che si aggiunge allo 0,1% già previsto per un totale di 8 miliardi). Un aggravio notevole se si considera che la Direzione generale Affari monetari della Commissione, nella sua analisi della situazione economica nella zona euro, tenendo conto della congiuntura aveva ipotizzato obiettivi di riduzione del deficit strutturale più leggeri. Per l’Italia, lo sforzo minimo nel 2015 era stato ipotizzato allo 0,25% del Pil e grazie ai 3,4 miliardi accantonati nel fondo di riserva dalla manovra, l’obiettivo era alla portata di mano. Dopo la lettera di Katainen, invece, il traguardo sembra tornare alle più rigide richieste di questa estate. Come già accennato, secondo i trattati per evitare una bocciatura dovremmo rientrare di un altro 0,4% in più rispetto allo 0,1%, per un totale di otto miliardi di euro; ovvero, circa tre miliardi in più rispetto a quello che aveva preventivato anche il governo accantonando 3,4 miliardi in attesa delle richieste di correzione di Bruxelles. Lo spirito di leale collaborazione auspicato da Katainen nella lettera, insomma, sembra piuttosto chiaro nei dettagli: la collaborazione è leale se comanda Bruxelles… Con la pubblicazione della lettera, però, incidentalmente adesso si conoscono quali sono le richieste di Bruxelles nei confronti dell’Italia, mentre il dibattito sulle finanziarie degli altri paesi deve ancora cominciare.
La lettera della UE all'Italia sulla manovra, sottolineata (foto da: @alexdelprete su Twitter)
La lettera della UE all’Italia, sottolineata (foto da: @alexdelprete su Twitter)

PERCHÉ LA MANOVRA RISCHIA DI SALTARE
Otto miliardi di richiesta, 1,6 più 3,4 (il fondo accantonato preventivamente dal governo) l’offerta. Può davvero saltare tutto per tre miliardi? La risposta è sì. Perché c’è un altro problema nella Legge di Stabilità 2015: le coperture. Quattro miliardi debbono uscire o da tagli dei servizi o da aumenti di tasse delle regioni, come ribadito oggi da Renzi a Chiamparino: «Non c’è spazio per una mediazione, i miliardi sono quattro. Da qui due strade: o lo scontro o ci sono proposte alternative su cui si lavora in queste ore». Lui non ha intenzione di trattare, gli enti locali sì. Ogni eventuale concessione da questo punto di vista significherà fornire un argomento a Bruxelles per chiedere ulteriori correzioni, mentre, come abbiamo spiegato, l’alternativa per le Regioni è tra tagli e aumenti di tasse o costi dei servizi essenziali (come la sanità) per i cittadini. Poi c’è l’evasione fiscale: il governo stima un recupero interessante dal meccanismo del reverse change dell’IVA, ma la cifra totale del recupero dell’evasione ogni anno tende a discostarsi, e anche di molto, dalle previsioni dei governi. Infine ci sono i 15 miliardi di spending review. Oggi il Sole 24 Ore ha pubblicato una tabella riassuntiva del dettaglio dei tagli ai ministeri nella manovra, e questo sunto riepilogativo.
tagli ministeri enti 1
 
Anche qui, ci sarà molto da discutere su una copertura che per ora appare fantasiosa, in attesa delle tabelle del ministero e dopo la firma di Napolitano (che magari arriverà stasera).
 
LO SCONTRO CON L’EUROPA
Una cosa è certa: senza alzare i toni ufficialmente, ma muovendosi attraverso i canali istituzionali, il governo ha inaugurato uno scontro con l’Unione Europea. Che già era ben visibile nel capitolo della nota di aggiornamento al DEF in cui Padoan contestava pesantemente i conti dell’UE dando lezioni di economia all’Europa. Una scelta che impegna su più fronti e che richiederà molta attenzione.


Dai risultati che il governo porterà a casa vedremo se il governo saprà farsi rispettare, o se gli otto miliardi che la UE chiede riusciranno a far saltare la manovra di Renzi.
Edit: Matteo Renzi dice che la UE gli chiede due miliardi (no, gliene chiede otto in totale, tre in più e non due) e che lui è pronto a metterli domattina. In bocca al lupo.

 Leggi sull’argomento: La lettera della UE sulla manovra è strictly confidential

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