Politica
Se Tsipras fa paura all'Europa
neXtQuotidiano 01/03/2015
L’asse di Spagna e Portogallo contro il governo greco. Che calcolano le ripercussioni di una vittoria di Syriza sui loro elettorati. Intanto il partito vola nei sondaggi. Ma la partita fiscale si avvicina. E sarà difficile da vincere
«Il loro piano era, ed è, quello di farci perdere credibilità, far cadere il nostro governo e obbligarlo a una resa incondizionata prima che il nostro lavoro cominci a dare frutti e prima che l’esempio della Grecia influenzi altri Paesi, in particolar modo prima delle elezioni politiche in Spagna»: Alexis Tsipras ha rilanciato ieri le accuse nei confronti di Spagna e Portogallo, colpevoli, secondo il premier greco, di aver cercato a più riprese di ostacolare l’accordo all’Eurogruppo. Un’accusa ribadita nel comitato centrale di Syriza: «Hanno cercato di far saltare la trattativa, fermare il nostro lavoro prima che cominci a dare i suoi frutti e l’esempio greco prenda valore anche negli altri paesi», ha continuato il primo ministro, ricordando che in entrambi i paesi si voterà entro l’anno e in Spagna Podemos, partito gemellato con Syriza, sta crescendo nei sondaggi.
SE TSIPRAS FA PAURA ALL’EUROPA
L’ostilità nei confronti del governo greco viene da quasi tutti i membri del Partito Popolare Europeo, di cui Nea Democratia di Samaras è membro. E proprio lui ha risposto alle frasi di Tsipras dicendo che «si crea nemici immaginari al fine di giustificare le proprie bugie, dovrebbe vergognarsi». Un’accusa rintuzzata dal premier spagnolo Mariano Rajoy: «Non siamo responsabili delle frustrazione creata dalla sinistra radicale che ha promesso ai greci ciò che non poteva mantenere. «Cercarsi un nemico esterno è un rimedio che abbiamo già visto più volte nella Storia, che non risolve i problemi ma che anzi li aggrava», ha detto Rajoy, che ha parlato nel corso di un comizio in Andalusia dove il prossimo 22 marzo sono in programma le elezioni regionali. Secondo fonti governative spagnole Madrid avrebbe chiesto alla Commissione Europea e al Consiglio europeo di condannare le dichiarazioni del premier greco. In base ai sondaggi infatti il partito populista spagnolo di Podemos – considerato vicino alle posizioni di Syriza – è in forte salita nelle intenzioni di voto e minaccia la posizione del conservatore Partido Popular attualmente al governo, a pochi mesi dalle elezioni politiche del prossimo maggio. Il premier portoghese, il conservatore Pedro Passos Coelho, aveva da parte sua negato che il suo esecutivo avesse un atteggiamento ostile verso la Grecia: «Può esservi un tentativo politico di far passare questa teoria, ma non è vero». Anche il ministro delle Finanze Wolfgang Schaeuble, intervistato dal settimanale Bild am Sonntag, ha parlato di Tsipras: «Il nuovo governo greco gode dell’ampio sostegno della popolazione, ho fiducia che metta a punto le misure necessarie e organizzi un’amministrazione fiscale efficace per tenere così fede ai propri impegni», ha spiegato Schaeuble, che poi ha usato le stesse parole di Rajoy: «Governare è un appuntamento con la realtà».
LA PARTITA FISCALE
Intanto Syriza vola nelle intenzioni di voto. Il governo di Alexis Tsipras piace sempre di più ai greci, che se fossero chiamati oggi alle urne voterebbero Syriza al 47,6%, contro il 36,3 delle elezioni del 25 gennaio, secondo un sondaggio della società Metron Analysis e pubblicato dal giornale Parapolitika. Dopo l’accordo con l’Eurogruppo, esponenti della sinistra di Syriza hanno espresso perplessità ed anche dure critiche. Tuttavia, indica il sondaggio, oltre due terzi dei greci (il 76%) approvano l’operato del governo nel negoziato. Ma è la partita fiscale che dovrebbe preoccupare di più, rispetto alle strategia dei leader europei, il primo ministro greco. Secondo un articolo del Guardian, le incognite principali del suo piano riguardano le misure di contrasto all’evasione fiscale con cui Atene prevede di recuperare 3 miliardi di euro alle dissestate casse statali, per poter coprire parte del cosiddetto programma di Salonicco, il manifesto anti-austerity da 12 mld della campagna elettorale dal leader di Syriza. Promesse pre-voto dunque che includono un graduale aumento del salario minimo per raggiungere i 750 euro, il versamento di una mensilità in più per i pensionati che ricevono meno di 700 euro mensili e varie prestazioni sociali per alleviare le sofferenze delle fasce più deboli della popolazione. Secondo l’Organizzazione intraeuropea delle amministrazioni fiscali (Iota), in Grecia oggi c’è un solo esattore ogni 1.127 cittadini, mentre in Germania il rapporto è uno ogni 730. In più c’è il debito dei contribuenti nei confronti dello Stato, circa 72 mld di euro, tra arretrati fiscali, more e sanzioni. Difficile da recuperare. Ancora più difficile però sarebbe far quadrare i conti facendone a meno.