Opinioni

Scontri di civiltà

Tommaso Giancarli 11/01/2016

Ad un incrocio cittadino si approssimano diversi veicoli e individui. Per primo giunge un marocchino, alla guida di un’Honda Civic bianca del 1999, con assetto ribassato. Egli arriva direttamente dal deserto e reca con sé diversi grammi di hashish e il peso di una tradizione misogina e rapace plurisecolare. Deve andare sempre dritto, non considerando […]

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Ad un incrocio cittadino si approssimano diversi veicoli e individui.
Per primo giunge un marocchino, alla guida di un’Honda Civic bianca del 1999, con assetto ribassato. Egli arriva direttamente dal deserto e reca con sé diversi grammi di hashish e il peso di una tradizione misogina e rapace plurisecolare. Deve andare sempre dritto, non considerando neanche la possibilità di un cambiamento socio-ideologico.
Alla sua destra si avvicina all’incrocio un Suv di fabbricazione statunitense, guidato da un editorialista di un giornale moderato; la sua misoginia è stipata con grande maestria nell’ampio portabagagli, invisibile all’esterno, e occupa comunque pochissimo spazio. Alla destra del giornalista, come al solito, non c’è nessuno. In ogni caso questi deve girare ulteriormente a destra.
Dalla via di fronte procede, lento e malsicuro, un ape cassonato condotto da una coppia di rossobruni (nessuno dei due sa di essere tale). Costoro cercano dal 1997 un distributore provvista di miscela; il loro mezzo procede a zig-zag e non hanno ancora deciso che direzione prendere.


Su un tram che procede parallelo alla Civic del marocchino, sui propri binari protetti da cordoli, viaggia un gay di idee vagamente liberali; costui ha rimosso la propria eredità patriarcale e odia le donne ufficialmente per motivi non connessi alla situazione socio-politica, o al limite in quanto vacchette provviste di vagina. Il conducente del tram è pansessuale e tifa Hellas Verona.
Sulla sinistra del Suv, ancora sul marciapiede, si appresta ad attraversare la strada una femminista storica, con una coscienza politica; non guarda a destra, per condizionamento culturale, né a sinistra, perché distratta dall’avere una figlia stupida, convinta che il femminismo sia mettere asterischi a caso e affittare le negre.
L’isola spartitraffico al centro dell’incrocio è occupata da un vigile urbano, che non bada alla circolazione dei veicoli perché disturbato da una Femen che sventola drappi nazisti e ritratti di collaborazionisti in una manifestazione solitaria per la democrazia occidentale.
Chi prevarica per primo il/la prossim*?

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