Il caso Scafarto e i servizi segreti

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2017-04-19

Marco Lillo sul Fatto rilegge l’informativa del capitano del NOE sulle barbefinte. E scopre che…

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Nei giorni scorsi abbiamo parlato del caso di Giampaolo Scafarto e dell’accusa di aver omesso alcuni particolari nella sua informativa al pm Mario Palazzi per far credere che l’azione investigativa del Noe fosse osservata da parte dei Servizi segreti mentre i suoi uomini avevano scoperto che il sospetto 007 era un innocuo dipendente di un’opera pia, nulla a che fare con le barbe finte. Oggi Marco Lillo sul Fatto che l’accusa di falso per quella vicenda non tiene conto di quanto scritto nell’informativa dello stesso Scafarto, che aveva escluso il dipendente dell’opera pia dagli accertamenti:

L’annotazione del 18 ottobre segnala che “un individuo di sesso maschile passeggiava su via Pallacorda fingendosi occupato in una conversazione telefonica (…) lo scrivente al termine dell’attività si avvicinava per identificarlo ma questi si dileguava ve loc eme nte ”. Non c’è nessuna Jeep. La seconda annotazione del 19 ottobre segnala tre sospetti: “In particolare l’a ut ov et tu ra Jeep targata BN… veniva parcheggiata all’angolo di piazza Nicosia in maniera da inquadrare gli scriventi (…) l’autista dell’auto è stato tutto il tempo nei pressi dell’aut omob ile controllando l’operato degli sc ri ve nt i”. Sono allegate due foto dell’auto e della persona.
L’annotazione poi non si interessa più dell’uomo della Jeepma di altre due persone. “Contestualmente gli scriventi sono stati tenuti sotto osservazione da altre due persone, una delle quali (foto allegata) ha più volte percorso le strade adiacenti Piazza Nicosia controllando le targhe dei mezzi parcheggiati. Inoltre si segnala la presenza di una donna che si è seduta sui gradini del portone di via dei Somaschi 3”. Ebbene, di queste quattro persone avvistate (una il 18 ottobre e tre il 19 ottobre) chi è stato segnalato da Scafarto ai pm romani a febbraio? Solo i tre che non avevano nulla a che fare con la jeep.

tiziano renzi giampaolo scafarto
L’informativa del capitano del NOE Giampaolo Scafarto sulla vicenda CONSIP

Scafarto ha scelto di non citare uno dei quattro sospetti perché grazie ai successivi accertamenti era risultato estraneo ai servizi segreti.

Dove sta il falso doloso? Non è possibile nessun equivoco. Il 19 ottobre nell’an notazione ci sono tre persone: l’uomo della jeep, la donna sulle scale e il signore che passa e controlla le targhe. Nell ’informativa restano (oltre al sospetto 45enne del 18 ottobre) “due persone”. Attenzione. Scafarto scrive due non tre. Se i pm non avessero capito segue la descrizione dei due: “una persona(fotografata) che più volte ha percorso le strade adiacenti … controllando le targhe … e donna che si è seduta sui gradini”.
I pm potevano al massimo lamentarsi del fatto che Scafarto lo esclude dalla scena senza comunicargli di avere fatto l’accertamento al Pra sulla sua auto ma non certo di averli confusi volutamente. I due uomini citati nell’invito a comparire a Scafarto, (quello segnalato e fotografato il 19 ottobre 2016 e citato nell’informativa come sospetto a febbraio 2017 e quello segnalato sempre il 19 ottobre e che poi si era accertato non essere sospetto) sono due persone diverse. I pm romani avrebbero potuto chiedere al capitano Scafarto semplicemente: ‘perché il quarto sospetto non è stato inserito nell’informativa finale e gli altri tre sì?”. Invece hannodeciso di contestare a Scafarto un reato che prevede una pena da 3 a10 anni.

Leggi sull’argomento: Scafarto e la bufala dei servizi segreti nella storia di Tiziano Renzi e del NOE

 

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