È ufficiale: la Sardegna resta l’unica Regione in zona rossa

di Enzo Boldi

Pubblicato il 2021-04-23

Basilicata, Calabria, Puglia, Sicilia e Valle d’Aosta in arancione. Tutte le altre passano in gialla

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Come ogni venerdì, il ministero della Salute ha diramato le ordinanza sulla colorazione delle Regioni per le prossime settimane. La Sardegna zona rossa è l’unica a mantenere il livello di rischio più elevato. Restano in zona arancione, invece, Basilicata, Calabria e Sicilia a cui si aggiungono anche Valle d’Aosta e Puglia che la settimana scorsa erano state identificate dal colore rosso. Tutte le altre, come anticipato da molti quotidiani questa mattina, passano in zona gialla (con conseguente riduzione delle restrizioni e opportunità di aperture per bar, ristoranti e locali, sempre secondo le prescrizioni indicate dall’ultimo decreto legge).

Sardegna zona rossa, l’ordinanza di Roberto Speranza

Era il 1° marzo quando la Sardegna era stata dichiarata zona bianca: le uniche limitazioni imposte erano quelle sul distanziamento sociale e sull’obbligo dell’uso della mascherina. Poi, nel giro di poche settimane, la situazione si è aggravata: aumento dei contagi e di ricoveri in ospedale. Comprese le terapie intensive. E ora la Sardegna zona rossa è l’unica Regione d’Italia dove rimarranno – ancora per una settimana – le restrizioni più elevate. La situazione è in lento, ma costante, miglioramento negli ultimi giorni. Ma questo non è bastato per scongiurare un’altra settimana in rosso.

In arancione, a partire da lunedì 26 aprile, ci saranno solamente cinque Regioni: Basilicata, Calabria e Sicilia continueranno ad avere le stesse restrizioni avute nel corso delle scorse settimane, mentre Valle d’Aosta e Puglia (zona rossa fino a lunedì) potranno allentare le misure restrittive (qui tutte le indicazioni).

Il resto: tutte in giallo

Tutte le altre in giallo. Da lunedì 26 aprile, dunque, molte Regioni potranno allentare le misure restrittive: Lombardia, Lazio, Veneto, Campania, Liguria, Emilia-Romagna, Piemonte, Friuli Venezia Giulia, Toscana, Umbria, Marche, Molise e Abruzzo e le provincie autonome di Trento e Bolzano. Questo è quanto è stato deciso da Roberto Speranza dopo aver ricevuto i dati del monitoraggio dall’Istituto Superiore di Sanità.

 

 

(Foto IPP/Andrea Brintazzoli)

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