Santori, Pippo Franco e gli altri: tutti i promossi e i “trombati” eccellenti delle elezioni 2021

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-10-05

Dal leader delle sardine al comico no-vax, da Vittorio Feltri alla mamma di Gimbo Tamberi, passando per il derby del pedale tra Bugno e Chiappucci: ecco come sono andati i Vip prestati alla politica

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Non solo sindaci, regioni e comuni. Nell’election day 2021 molta dell’attenzione era rivolta ai tanti volti noti, dallo sport allo spettacolo, dal giornalismo all’attivismo, che si affacciavano spesso per la prima volta a un’elezione amministrativa. Tante le conferme, molti i pronostici rispettati, ma anche qualche sorpresa e alcuni flop addirittura clamorosi. E’ il caso di Pippo Franco, il comico e cabarettista che il candidato sindaco del centrodestra a Roma ha candidato come consigliere nella speranza di strizzare l’occhio a un pubblico tendenzialmente over 60 e cresciuto a cibo e Bagaglino. Chissà quanti voti si porterà dietro, si saranno detti i guru della campagna elettorale, un Pippo Franco oggi 81enne e lontano dalle scene da un pezzo ma che, ai tempi d’oro, a cavallo tra gli ’80 e i ’90, era il mattatore della prima serata di Canale 5, rigorosamente all’insegna del trash (anche se ancora non si chiamava così ma, più bonariamente, avanspettacolo). Ora abbiamo la risposta, un numero preciso, non esattamente esaltante, per usare un eufemismo: 32. Avete capito bene: in una città da 3 milioni di persone, Pippo Franco è riuscito a portare a casa la miseria di 32 voti. Neanche il medico che gli ha passato il Green Pass lo ha votato…

Meglio – ed era difficile francamente far peggio – è andata a Vittorio Feltri, capolista (quasi a sua insaputa) di Fratelli d’Italia a Milano. Il direttore editoriale di “Libero” si è portato a casa un bottino di 2268 preferenze, che lo ha reso il più votato della lista meloniana, a dispetto di una campagna elettorale nella quale il candidato Feltri sembrava più impegnato a scacciarli i voti che a chiederli con alcune uscite lunari già entrate nella leggenda delle elezioni. Una su tutte, resterà nella storia: “Il Comune? Non so se ci andrò mai, non ci capisco nulla e mi rompo i cogl***”. Non si può dire che Feltri non ci avesse provato a scoraggiare i suoi elettori dal votarlo, ma non c’è stato verso. E ora che farà l’ex giornalista? Lo vedremo in Consiglio comunale a battagliare col sindaco Sala o si limiterà ad attaccarlo dalle colonne di “Libero”? Difficile francamente dire dove farà meno danni.

Altrettanto bene è andata a Chiara Valcepina, la protagonista dell’inchiesta sulla “Lobby nera” di Fanpage che si esibiva in saluti romani, sghignazzava sui migranti bombardati in mare e raccontava divertita della sua campagna elettorale a caccia di escort. E che, nonostante quella inattesa visibilità (o forse proprio grazie ad essa), si è portata a casa 903 preferenze, che le sono valse il terzo posto nella lista di Fdi e l’ingresso assicurato a Palazzo Marino.

C’è poi la sardina Mattia Santori, che, un po’ a sorpresa, fa il pieno di preferenze nella sua Bologna: alla fine il suo nome è stato scritto 2586 volte sulla scheda, primo della lista nel Partito Democratico e secondo assoluto, dietro all’inarrivabile Emily Clancy, la trentenne italo-canadese a sostegno della lista civica per Lepore sindaco entrata in Consiglio comunale addirittura con 3541 preferenze: un record assoluto.

9779 preferenze in tre diverse circoscrizioni è l’onorevole bottino portato a casa da Mimmo Lucano, capolista di “Un’altra Calabria è possibile”, a sostegno dell’amico e candidato governatore Luigi De Magistris. Un risultato che, tuttavia, non gli è valso l’ingresso in regione come consigliere, complice il modesto risultato della sua lista, che si è fermata al 2,39%.

C’era grande attesa per il derby a distanza tra due leggende del ciclismo italiano: da un lato Claudio Chiappucci, candidato a Varese con Noi civici per Varese a sostegno di una lista di centrodestra, e dall’altro Gianni Bugno, che si presentava nella lista Riformisti a sostegno di Beppe Sala. Risultato? Molto meglio sui pedali entrambi. Se Bugno non va oltre i 135 voti a Milano, Chiappucci si ferma a 10 nella sua Varese, segno inequivocabile di come essere stati campioni nel proprio sport non garantisce affatto gloria e successo una volta scesi dalla bici ed entrati in politica.

Male anche Stefano Righi, meglio noto per aver fatto ballare l’Italia con i Johnson Righeira negli anni ’80, vendendo milioni di dischi. Numeri molto diversi quelli sulla scheda, dove a Torino si è fermato a 28 preferenze con il Partito Comunista.

Vola, invece, la fedelissima salviniana Silvia Sardone, che a Milano fa segnare il record di preferenze (3585) con la Lega, ma ha già dichiarato che si manterrà stretto il seggio a Bruxelles. Chi l’avrebbe mai detto?

Marcia trionfale anche per Chiara Foglietta, capolista Pd a Torino e primatista di preferenze con 2129 voti. Per chi non la conoscesse, è la compagna di Michela Ghislena, assurte entrambe agli onori delle cronache nell’aprile 2018 per aver visto registrare il loro figlio all’anagrafe del Comune con la firma proprio dell’allora sindaca Chiara Appendino.

Chiude la lista dei volti noti, Sabrina Piastrellini, madre del fresco campione olimpico di salto in alto GimboTamberi. Piastrellini ha ottenuto il pass per il Consiglio comunale della sua Camerano (Ancora) con una lista civica vicina al centrodestra, ma siederà tra i banchi dell’opposizione.

 

 

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