Sansonetti paragona la separazione in cella dei fratelli Bianchi alla ferocia che loro hanno avuto con Willy Monteiro

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-07-07

Il tweet del direttore de “Il Riformista” ha provocato diverse polemiche per quel parallelismo tra l’omicidio e la decisione di non farli rimanere nella stessa cella dopo la condanna all’ergastolo

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La Corte d’Assise del tribunale di Frosinone ha condannato Marco e Gabriele Bianchi all’ergastolo per l’omicidio di Willy Monteiro, avvenuto nella notte tra il 5 e il 6 settembre 2020 a Colleferro. I giudici hanno anche disposto la separazione dei due fratelli: Gabriele rimarrà nel carcere di Rebibbia, mentre Marco sarà trasferito in un altro penitenziario per scontare la sua pena (in attesa del processo d’Appello e dell’eventuale ricorso in Cassazione). Una decisione che fatto protestare il direttore de “Il Riformista”, Piero Sansonetti, che ha paragonato questa scelta “dello Stato” alla ferocia che i due hanno utilizzato per colpire ripetutamente (e a morte) il 21enne di Paliano nella notte della sua uccisione fuori da quel locale del frusinate.

Sansonetti e il paragone tra la separazione dei fratelli Bianchi e l’omicidio di Willy

Le posizioni del giornalista su temi di giustizia sono ben note e, dunque, non sorprende più di tanto questa posizione. Sta di fatto che, però, a far indignare è quel parallelo sulla “divisione” dei fratelli Bianchi e le dinamiche di quella rissa che ha provocato la morte del giovane Willy Monteiro:

“Hanno separato i fratelli Bianchi, dopo l’ergastolo. Non si vedranno mai più. Lo stato si comporta con loro con la stessa ferocia con la quale loro si sono comportati con Willy. A me non piace questa cosa. Non trovo che sia civiltà”.

In particolare, si parla di “stessa ferocia”. Quella che lo Stato avrebbe rivoltato contro Marco e Gabriele Bianchi. La stessa che, secondo Piero Sansonetti (in un’esasperata iperbole dialettica) i due avrebbero utilizzato per colpire ripetutamente il 21enne di Paliano, provocandone la morte. Paragone che, ovviamente, non è piaciuto. In tanti, infatti, hanno utilizzato le parole del medico legale che ha effettuato l’autopsia su Willy Monteiro per spiegare al direttore de “Il Riformista” come la decisione dei giudici non possa essere minimamente paragonabile al comportamento omicida dei due condannati.

“Willy è stato colpito alle spalle, almeno da un colpo che ha danneggiato polmoni e cuore. C’è una lesione importante compatibile con dei traumi posteriori. Sei lesioni al volto all’altezza degli zigomi. Segni che sono stati lasciati in momenti e da traumi diversi, compatibili con dei pugni. Almeno 4 pugni diversi. Il quadro clinico è stato peggiorato da un colpo, probabilmente un calcio. Si tratta di un trauma ‘a fascia’ che ha danneggiato polmoni e cuore proveniente dalla zona posteriore del corpo. Sia la lesione ai polmoni che quella alla carotide possono averne causato la morte. Il cuore ha smesso di battere per un’insufficienza cardiocircolatoria. Abbiamo trovato segni di traumi contusivi anche alla milza, al diaframma e al fegato”.

Questa è stata la descrizione delle condizioni in cui è stato trovato il corpo di Willy Monteiro dopo quel pestaggio subìto e dopo la sua morte. A raccontarla davanti ai giudici è stato, nel luglio dello scorso anno, il professor Saverio Potenza, il medico legale che ha effettuato gli esami autoptici sul corpo martoriato del giovane.

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