Sangalli Confcommercio, le accuse di molestie e l’indagine per estorsione

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-10-16

Un anno fa si parlò delle presunte molestie del presidente di Confcommercio nei confronti della segretaria e delle richieste di dimissioni. Oggi la procura indaga per estorsione

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Un anno fa Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio, venne accusato di aver molestato la sua segretaria Giovanna Venturini e tre vicepresidenti dell’associazione dei commercianti chiesero le sue dimissioni quando emerse una vicenda che risaliva al 2012: Sangalli aveva firmato a gennaio 2018 un atto di donazione di 216 mila euro a favore di una sua ex segretaria. Secondo l’accusa i soldi sono serviti a tacitare la donna che aveva subito molestie tra il 2011 e il 2012 dal presidente di Confcommercio.

Sangalli Confcommercio, le accuse di molestie e l’indagine per estorsione

Oggi Venturini e Francesco Rivolta, ex direttore generale di Confcommercio, sono  indagati per estorsione aggravata dalla Procura di Roma che ha ottenuto il sequestro dei 216 mila euro donati alla donna con atto notarile da Sangalli, che dal 2006 è alla guida della Confederazione che raccoglie più di 700mila imprese. Giuseppe Guastella racconta la storia delle indagini sul Corriere della Sera:

Sangalli, assistito dall’avvocato Domenico Aiello, denuncia «di essere stato vittima di una trama estorsiva ordita» da Venturini e Rivolta, il quale gli avrebbe inviato una serie di sms, che in parte cancellò per paura che potessero essere letti dai familiari e dai collaboratori. Nel sequestro ordinato a fine luglio dal gip Elisabetta Pierazzi si legge che «la minaccia di rivelare l ’esistenza di una relazione extraconiugale e di rendere dichiarazioni circa molestie sessuali subite sul posto di lavoro dal presidente di Confcommercio appare idonea a coartare la volontà» dello stesso Sangalli, come è accaduto, sottolinea.

Rivolta, accusa Sangalli, «si poneva come intermediario per evitare uno scandalo che avrebbe a suo dire coinvolto anche Confcommercio e chiedeva di pagare per il silenzio della donna e di rassegnare le dimissioni».

giovanna venturini rivolta sangalli
La foto di Venturini e Rivolta allegata al dossier di Sangalli

A far ritenere al gip che ci siano elementi concreti sulla «sussistenza del reato» sono anche le indagini dei Carabinieri che «confermano pienamente e ben oltre il limite de lfumus la fondatezza della denuncia», «la credibilità della persona offesa», la «strategia ricattatoria» e l’ambizione di Rivolta che voleva«le dimissioni del presidente» perché «temeva di essere allontanato da Confcommercio», cosa che è avvenuta a ottobre del 2018.

Giovanna Venturini e Francesco rivolta indagati per estorsione

Ad accusare il leader una lettera inviata da Maria Luisa Coppa, Renato Borghi e Paolo Uggé, i tre vice che ne chiedevano le dimissioni. «Perché un presidente che ogni anno decide di fare la giornata della legalità e invita tutti gli iscritti a denunciare ricatti ed estorsioni, messo poi di fronte ad un ipotetico ricatto, paga?», si chiedeva, citato da Repubblica uno degli oppositori interni più critici. «Rinnovamento delle funzioni direttive», si legge nell’ordine di servizio con cui il manager è stato allontanato.

Venturini ha detto di essersi dovuta difendere dalle attenzioni di Sangalli che considerava come un padre. Ha chiesto a luglio di essere interrogata dal pm Pinto. «Ho depositato un’istanza di presentazione spontanea immediatamente dopo aver avuto conoscenza dell’esistenza del procedimento», dichiara il legale della signora, l’avvocato Paolo Gallinelli, il quale ha anche chiesto al Tribunale del riesame la revoca del sequestro (udienza il 21 ottobre) e ha depositato atti che chiudono la causa avviata dalla signora Venturini davanti al giudice del lavoro contro Confcommercio. A firmarli per l’organizzazione è un procuratore speciale di Sangalli.

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