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I risultati dell’autopsia di Samantha Migliore: “Molto silicone nel sangue”
Enzo Boldi 29/04/2022
L’utilizzo del silicone liquidi in Italia è vietato da oltre 10 anni. La sedicente estetista a cui si era rivolta la 35enne di Maranello è indagata per esercizio abusivo di professione, omissione di soccorso e morte in conseguenza di altro reato
I primi risultati dell’esame autoptico effettuato sul corpo di Samantha Migliore hanno messo in evidenza una quantità molto elevata di silicone all’interno dell’organismo della donna. La 35enne di Maranello è morta la scorsa settimana in ospedale – a Baggiovara, in provincia di Modena – dopo essersi sottoposta a un trattamento estetico per il sollevamento del seno. Si era rivolta a una sedicente estetista che poi si è rivelata essere non qualificata. E dall’autopsia è emerso questo dato che dovrebbe rappresentare la causa del suo decesso.
Samantha Migliore, l’autopsia ha rilevato molto silicone nel sangue
Un trattamento utilizzando prodotti non autorizzati in Italia e con modalità non autorizzate nel nostro Paese. Perché la quantità di silicone trovato nel sangue di Samantha Migliore durante l’autopsia sarebbe entrato anche in un vaso sanguigno occludendolo e non permettendo il passaggio del sangue.
“Se tutto ciò fosse confermato sarebbe un episodio gravissimo e non ci sarebbe alcun dubbio sulla responsabilità di Pamela sulla morte di Samantha Siamo in attesa dell’esito finale degli accertamenti. Ritengo comunque che con l’esame in questione sia stata accertata la responsabilità della morte”.
Queste le parole dell’avvocato Daniele Pizzi, il legale scelto dalla famiglia della 35enne di Maranello. Ora si attenderanno gli esiti anche degli altri esami effettuati sul corpo della vittima (da quelli tossicologici a quelli istologici) per avere un quadro più completo di quanto accaduto. Sta di fatto che l’elevata presenza di silicone nel sangue di Samantha Migliore sembra essere già un’indicazione molto precisa. Anche perché in Italia il silicone liquido nei trattamenti estetici (e chirurgici) è vietato da norme in vigore da almeno un decennio. Non a caso, infatti, negli interventi chirurgici di mastoplastica additiva vengono utilizzate delle protesi (certificate) chiuse, con all’interno il silicone. Proprio per evitare che la sostanza entri in contatto con l’organismo, il sangue e i vasi sanguigni.