Salvini si è ricordato troppo tardi che Camilleri era un grande italiano

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2019-07-17

Nei mesi scorsi grazie ad un tweet del vicepremier leghista si era scatenata la caccia a Camilleri. Oggi Salvini scopre che lo scrittore siciliano non era poi così male, peccato che quando i suoi fan insultavano Camilleri il Capitano sia rimasto a guardarsi lo spettacolo

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Alla notizia della morte di Andrea Camilleri Matteo Salvini e Luigi Di Maio hanno deciso di fare buon viso a cattivo gioco. In particolare il ministro dell’Interno, che su Twitter ha pubblicato un post che ha scatenato sia le critiche dei suoi sostenitori che lo accusano di essere troppo buono con una “zecca comunista” sia dei suoi oppositori che invece sostengono che il ministro dell’Interno abbia perso una buona occasione per tacere.

Quando Salvini mandava i suoi ad insultare Camilleri

Questa è una delle rare occasioni in cui il duo Salvini&Morisi non è riuscito a produrre un post “azzeccato”, nel senso che è sgradito a chiunque. Ma il problema non è che il post è sbagliato “in sé”, anzi Salvini ha fatto bene a ricordare Camilleri «papà di Montalbano e narratore instancabile della sua Sicilia». L’omaggio del ministro dell’Interno nei confronti di un grande scrittore contemporaneo è doveroso. Il problema è che è arrivato troppo tardi.salvini camilleri morte - 1

Lo stesso si può dire per il post del social megafono del Capitano, Luca Morisi, che definisce Camilleri “un genio assoluto” e si chiude con un “addio Maestro”. Senza dubbio un tweet più “personale” di quello di Salvini ma non dobbiamo dimenticare chi c’è dietro i cinguettii del ministro dell’Interno. In particolare dietro quel tweet del 5 marzo 2019 in cui Salvini rispondeva alle critiche di Camilleri che in un’intervista a Radio Radicale aveva detto «Salvini? Sarebbe stato un meraviglioso federale di Mussolini». Il Capitano scrisse che «quando non hanno argomenti, ai sinistri non rimane che questo stanco ritornello. Io tiro dritto!». Perché lui non è certo uno che si abbassa a rispondere alle critiche.

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E il post ovviamente divenne rapidamente un luogo dove i fan di Salvini si divertirono ad insultare lo scrittore, il tutto senza un intervento di moderazione da parte dello “staff” della comunicazione di Salvini. Lo stesso “staff” che oggi pubblica il ricordo sul grande italiano Andrea Camilleri.

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Oggi Salvini invece se ne è uscito con cose come «ci possono essere divergenze politiche ma quando si rende omaggio a un grande artista gli si rende omaggio. Io adoro Montalbano, quei panorami, quei personaggi. So che politicamente me ne ha dette dietro di tutti i colori, ma l’Italia ha perso qualcosa». Non è ben chiaro che valore possa avere l’omaggio di uno come Salvini, ma immaginiamo che a questo punto non possa poi fare tanto danno. Non solo, secondo il ministro dell’Interno Camilleri era proprio un grande italiano: «un grande italiano? Certo. La polemica politica di fronte alla morte si ferma e arriva il riconoscimento per quello che ha fatto. Io guardo e continuerò a guardare il commissario Montalbano». Verrebbe quasi da dire che per fortuna che Camilleri è morto, e non gli tocca più leggere cose del genere.

Salvini scopre solo ora che Camilleri era un grande italiano

Chi ci vuole vedere una buona dose di ipocrisia e di vigliaccheria può farlo. Ci limitiamo qui a ricordare che se oggi (ma anche un mese fa quando venne ricoverato) c’è gente che gode per la morte di Camilleri è anche grazie al fatto che qualcuno persegue con tenacia e precisione la politica della derisione, lasciando magari agli altri il duro lavoro di insultare e nascondendosi dietro tweet ammiccanti che aizzano i lettori. Se Salvini avesse voluto avrebbe potuto chiedere rispetto ai suoi per il grande italiano Camilleri che ricorda oggi.

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E qualcosina la si potrebbe dire anche all’altro vicepremier. Naturalmente anche Luigi Di Maio ha voluto ricordare “il magnifico maestro di vita” Camilleri. Eppure da qualche tempo anche tra le fila dei sostenitori pentastellati lo scrittore siciliano veniva raccontato come uno “zerbino”, un “servo delle lobby”, il classico professorone che pretende di dirci come stanno le cose. Di questo possiamo farne una colpa a Di Maio? Ma per carità, assolutamente no. Certo se magari Di Maio avesse avuto il coraggio di dire qualcosa quando il suo alleato di governo se la prendeva con un novantenne non avrebbe fatto brutta figura. Ma vedrete, tempo qualche giorno e Camilleri diventerà uno dei nuovi “miti” del MoVimento 5 Stelle. Proprio lui che quando era in vita ha fatto ben capire di non aver alcuna stima per i grillini.

Leggi sull’argomento: «Un comunista di meno!»: così i fan di Salvini festeggiano la morte di Camilleri

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