Fatti
Salvini sul Quirinale si è incartato alla ricerca del coniglio nel cilindro
di neXtQuotidiano
Pubblicato il 2022-01-27
Poche idee e confuse. Il leader della Lega sta provando a indossare i panni del king-maker, ma ha fatto spazientire anche gli alleati di centrodestra
Mercoledì a Montecitorio è arrivato un messaggio inequivocabile. Il mittente non è il Centrosinistra, né il MoVimento 5 Stelle. A mandare quella lettera, scritta a matita sui foglietti bianchi da inserire nell’urna di Montecitorio, è stata Giorgia Meloni. Fratelli d’Italia, in aperta polemica con Matteo Salvini e le sue mosse – alquanto strampalate, come evidenziato dalle sonore bocciature pubbliche e private – ha votato per Guido Crosetto al Quirinale. E il fondatore di FdI non ha ottenuto voti solamente dai Grandi Elettori del suo ex partito, ma anche da altri parlamentari e delegati rappresentanti delle Regioni.
Salvini sul Quirinale è riuscito a far arrabbiare anche i suoi alleati
Una mossa che sembra non voler dir nulla, ma nasconde un malcontento all’interno della coalizione di centrodestra che sta vedendo il proprio ruolo decisionale sempre più ridotto. Un vicolo cieco che, come spiegato anche da Emanuele Lauria sul quotidiano La Repubblica, sta diventando sempre più buio. La scelta di Fratelli d’Italia è, infatti, solamente la punta dell’iceberg. Finora, infatti, Matteo Salvini è riuscito a “bruciare” diversi nomi di personalità vicine agli ambienti di Centrodestra. L’ultima è stata la Presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati, mai inserita ufficialmente nella rose dei nomi della coalizione, ma data in pasto dallo stesso leader della Lega alla stampa, all’opinione pubblica e agli altri partiti.
Prima di Casellati, toccò a Berlusconi. Il leader di Forza Italia non è mai sceso ufficialmente in campo. Ha aspettato fino all’ultimo a sciogliere la sua riserva (con esito negativo), ma il leader della Lega – già diverse settimane prima dell’inizio delle votazioni per il Quirinale – aveva fatto il suo nome come futuro Presidente della Repubblica. Ma i numeri non c’erano e non potevano esserci. L’ex Cavaliere, dunque, è stato il primo “bruciato” da Salvini. E il buio attorno al leghista si è fatto sempre più fitto.
Mercoledì pomeriggio le voci di un suo incontro con Sabino Cassese, poi smentite. E la rosa di nomi che si assottiglia sempre di più. Quel coniglio dal cilindro sembra essere fuggito dalle mani del leader della Lega che ora rischia di rimanere con un pugno di mosche. La svolta potrebbe essere il sostegno a una personalità come Pier Ferdinando Casini, ma a proporre l’ex Presidente della Camera non è il Carroccio, ma il Partito Democratico. E sullo sfondo resta Mario Draghi: sostenerlo verso il Quirinale dopo aver detto a più riprese di volerlo ancora alla guida del governo sarebbe la più grande sconfitta per il king-maker. E gli altri stanno perdendo la pazienza: al terzo scrutinio, oltre a Crosetto, una manciata di voti (26 a testa) sono andati a Giancarlo Giorgetti e Umberto Bossi. Segno che anche nella Lega qualcuno si sta stancando.
(Foto IPP/Fabio Cimaglia)