Il silenzio di Matteo Salvini (e della Lega) sulla protesta dei ristoratori

di Enzo Boldi

Pubblicato il 2021-04-07

Il Carroccio si è limitato a una dichiarazione del portavoce del suo segretario, condannando le violenze e scaricando una battaglia sostenuta per tutti i mesi in cui era all’opposizione

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Un tempo posava con loro, indossando anche la maglietta simbolo delle protesta contro le mancate riaperture di bar e ristoranti. Poi ha varcato i confini di Palazzo Chigi, passando dall’opposizione alla maggioranza parlamentare a sostegno del nuovo governo Draghi. Ed è stato quello il momento in cui Matteo Salvini ha abbandonato le mobilitazioni dei ristoratori del movimento #ioapro per assumere un profilo più istituzionale. Il tutto dopo aver soffiato per mesi sul fuoco delle tensioni, fomentando quel senso di rabbia della categoria che – ovviamente – non può che essere una delle più penalizzate da questa lunga pandemia.

Salvini ha scaricato i ristoratori

Era il mese di febbraio, e con orgoglio il leader della Lega posava al fianco di Umberto Carriera – l’uomo di Pesaro che ieri ha guidato, come un generale, la folla di ristoratori aizzandoli a sfondare le barriere presidiate dalla Polizia – e Antonio Alfieri. Lì, con la maglietta simbolo della mobilitazione che va avanti da tempo e di cui Salvini e il suo partito hanno deciso di sostenere. Fino al mese di febbraio.

 

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Poi, al netto di sporadiche dichiarazioni imprecisate sulle riaperture (“riaprire in sicurezza, dove la situazione epidemiologica lo consente”, ovvero un segreto di Pulcinella), quel movimento è stato abbandonato. Un silenzio assordante anche per i ristoratori che puntavano tutto sul megafono leghista per le loro richieste. E, invece, dopo quanto accaduto ieri in piazza Montecitorio si è arrivati al mutismo selettivo. Nessuna comunicazione ufficiale da parte di Matteo Salvini, il cui unico commento è trapelato da pochissime parole rilasciate dal suo portavoce al quotidiano La Stampa: “Noi non c’entriamo nulla. Non abbiamo avuto nessun ruolo nell’organizzazione di queste proteste”. Facile, troppo facile così.

Il silenzio assordante e le proteste anche sui social

Il segretario del Carroccio resta in silenzio. Non ne parla pubblicamente, non ne scrive sui social. Così come la Lega che, di fatto, ha deciso di limitarsi a una mera condivisione su Facebook della “richiesta” (ma sono loro al governo) di riaperture selettive a partire dal 20 aprile, sempre in base ai dati epidemiologici. Che, al netto delle posizioni ideologiche, è la stessa visione dell’esecutivo che si basa sempre su dati scientifici. E i ristoratori hanno razionalizzato, ancor più dopo i silenzi di ieri, come la Lega abbia deciso di scaricarli. E basta leggere i commenti agli ultimi due post pubblicati su Facebook.

Tutto questo, però, serve solamente a ribadire una verità che dovrebbe essere sempre ben presente nella mente degli elettori: mai innamorarsi di quei personaggi che fanno un uso politico delle loro “battaglie”, anche legittime. Perché poi la delusione non può che aumentare il senso di rabbia e abbandono.

(foto: da profilo Instagram di Matteo Salvini)

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