Salvini insiste sulle sanzioni alla Russia: “Non mi pare servano a fermare la guerra”

di Asia Buconi

Pubblicato il 2022-09-09

“Mi è stato detto che le sanzioni servono per fermare la guerra, non mi pare così, ma va bene, non si può dire”: ecco le parole pronunciate oggi da Matteo Salvini

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Uno dei principali punti di disaccordo tra Fratelli d’Italia e Lega è rappresentato da un tema tanto cruciale quanto delicato, quello delle sanzioni alla Russia. Il segretario del Carroccio Matteo Salvini ha assunto nel corso di questa campagna elettorale una posizione netta, auspicando non solo una modifica delle sanzioni, ma addirittura l’eliminazione delle stesse. Da parte sua, Giorgia Meloni continua a tentare di mettere una “toppa” all’atteggiamento di Salvini, cercando di tranquillizzare l’establishment e ribadendo il suo atlantismo. Ma il segretario leghista non smette di metterle i bastoni tra le ruote, come dimostrato dal discorso tenuto oggi alla Confederazione nazionale dell’artigianato a Roma. Ecco cosa ha detto Salvini.

Il discorso di Matteo Salvini alla Cna: “Le sanzioni alla Russia servono per fermare la guerra? Non mi pare così”

“A Roma e a Bruxelles abbiamo sempre approvati tutti gli interventi a favore dell’Ucraina, pure le sanzioni, chi manda i carri-armati è un criminale. Ma se uno dopo i primi sei mesi di sanzioni ci ha guadagnato il doppio e io ho perso, allora qualcuno ha sbagliato i conti”, queste le parole del leader della Lega Matteo Salvini ospite della Cna, la Confederazione nazionale dell’artigianato, nella sede di Roma. “Mi hai detto che le sanzioni servono per fermare la guerra, non mi pare così, ma va bene, non si può dire, ma se il sanzionato ci guadagna e il sanzionatore perde, allora pretendo che non ci rimettano le famiglie e le aziende italiane”, ha continuato il leader leghista.

“L’Economist di questa settimana, che è in edicola, si domanda col punto di domanda se le sanzioni stanno funzionando. Purtroppo in Italia in questo momento del politicamente corretto se ti poni la domanda sei sovietico”, ha ribadito Salvini. “Io sono quanto di più lontano da quell’ideologia, da quella cultura da quella mentalità, però siccome le sanzioni le state pagando voi se servono evviva, io penso che pur di fermare una guerra chiunque sia disposto ad affrontare un sacrificio e ci mancherebbe altro. Siamo padri di famiglia. Nei primi sei mesi però… non farmi andare oltre sennò mi aprono altre tre Commissioni d’inchiesta, quindi noi voteremo le sanzioni fino a quando ce lo chiederanno e fino a quando serviranno, l’importante è che anche nel sistema sanzionatorio c’è qualcuno nel contesto dei paesi occidentali che ci sta guadagnando e c’è qualcuno che ci sta smenando”.

Ha spiegato: “Negli Stati Uniti il gas costa un decimo rispetto all’Italia. La Norvegia ha decuplicato i suoi introiti. L’Olanda che è sede della borsa di transazione sta guadagnando miliardi di euro. Ci stanno smenando Italia, Germania e Gran Bretagna”. “Quindi anche nel contesto dei paesi sanzionatori – ha aggiunto Salvini  – chiedo un po’ di condivisione, un po’ di solidarietà, un po’ di condivisione degli utili e dei sacrifici. Perché noi siamo quelli più esposti. Quindi non penso che questo sia putinismo, io sono filo italiano. Eh mi pagano lo stipendio gli italiani e dovrei difendere il diritto al lavoro degli italiani”. “Quindi noi continueremo a tutelare il popolo ucraino in ogni maniera possibile l’importante è che non vada gambe all’aria il nostro sistema produttivo. Chiedo semplicemente questo”, ha concluso Salvini.

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